Tra persone fisiche e società, sono in tutto 44 gli indagati dell'inchiesta "Mala Pigna" coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha fatto luce su un traffico di rifiuti gestito dalla cosca Piromalli di Gioia Tauro. Per quanto riguarda l'avvocato Giancarlo Pittelli, arrestato per concorso esterno, secondo la Dda era "uomo politico, professionista, faccendiere di riferimento avendo instaurato con la 'ndrangheta uno stabile rapporto 'sinallagmatico'".
Questo rapporto, per i pm, era "caratterizzato dalla perdurante e reciproca disponibilità". Pittelli avrebbe garantito "la sua generale disponibilità nei confronti del sodalizio a risolvere i più svariati problemi degli associati, sfruttando le enormi potenzialità derivanti dai rapporti del medesimo con importanti esponenti delle istituzioni e della pubblica amministrazione". Secondo gli investigatori, infatti, l'ex senatore Pittelli aveva "illimitate possibilità di accesso a notizie riservate e a trattamenti di favore".
Per la Procura non ci sarebbero dubbi sulla consapevolezza dell’avvocato di essere in contatto con un elemento di vertice della cosca Piromalli: «Allora Rocco, io devo tirare prima di tutto i vostri interessi. Prima siete voi, poi vengono tutti gli altri. Cercate di capirmi» si legge in una delle intercettazioni tra Pittelli e Rocco Delfino.
Per questo "veicolava informazioni all'interno e all'esterno del carcere tra i capi della cosca Piromalli detenuti in regime carcerario ai sensi dell'articolo 41 bis".
I boss che avrebbero usufruito del rapporto con Pittelli sono Giuseppe Piromalli detto "Facciazza" e il figlio Antonio Piromalli reggente della cosca.
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