"Sono orgogliosa di Dante Mannolo, 53 anni, al pari dei miei altri assistiti che operano per la giustizia e non vengono meno alla scelta operata". A dirlo, a margine dell'udienza di primo grado "Malapianta-Infectio" che ha portato alla condanna di 43 imputati, 17 assoluzioni e 3 non luogo a procedere, è l'avvocato Maria Claudia Conidi, difensore di uno dei principali imputati e collaboratore di giustizia. Singolare il suo caso: alla requisitoria la Procura di Catanzaro ha chiesto 12 anni di reclusione senza il riconoscimento dell'attenuante della collaborazione, prevista dall'articolo 8 della legge 203 del 1991.
Il giudice Gabriella Logozzo invece ne ha tenuto conto del percorso collaborativo e lo ha condannato a 9 anni e 4 mesi.
"Quando la Procura e la difesa dei collaboratori procede in un connubio di legalità, i risultati per la giustizia si toccano con mano, a suon di sentenze. Il collaboratore deve essere spronato a mollare i freni su ogni remora nel collaborare onestamente e ad avere fiducia nelle istituzioni al pari del proprio legale. Mannolo- spiega l'avvocato Conidi- pur rimasto da solo nella sua collaborazione paventata dal padre come sicura scia prodromica a quella paterna, non ha mollato il proposito di troncare i suoi legami con la vecchia guardia di appartenente al locale dei san leonardesi e ha fatto rinvenire proventi illeciti in quantità, occultati in posti insospettabili".
'Ndrangheta nel Crotonese, "Malapianta-Infectio": 43 condanne e 20 assoluzioni (I NOMI)
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