
"Ho letto con attenzione le parole del presidente del consiglio comunale Bosco, lo stesso che qualche anno fa costrinse il buon Nicola Fiorita alle dimissioni . Ma ormai quella sembra essere acqua passata. Peccato che lo schema si ripeta, e sempre ai danni di Fiorita. Bosco fa le marachelle e Fiorita ne paga le conseguenze. Caro presidente quello che lei tenta di minimizzare è gravissimo dal punto di vista istituzionale. L’invito non vale rito. Lei allora perché partecipa alle manifestazioni religiose che sono fortemente legate alla tradizione della città? Qui non si tratta di giudicare o condividere un sentimento di fede che è comunque intimo e che riguarda i singoli , lei, partecipa alla manifestazioni religiose perché rispetta (o rispettava) i ruoli. E allora perché la stessa cosa non doveva accadere per un momento collettivo e condiviso così importante? Detto questo, se la ricostruzione del presidente Bosco è vera, allora dobbiamo pensare che la Curia, in assenza del Vescovo e davanti ad un eventuale legittimo impedimento del Vicario , non avesse un piano B che evitasse di pensare che forse si era voluta snobbare un’occasione così importante per la città? Errori di valutazione ? Può essere , ma non può essere che tutto possa essere accettato e concepito. Perdonate? Certo che si. Accettare? Assolutamente no, perché quello che si accetta insegna agli altri come si può essere trattati, e nessuno può trattare nessun altro da allocco. Ci sono tre questioni su cui qualcuno dovrà dare spiegazioni. La prima, perché non è stata condivisa la decisione di non far fare la benedizione dell’ Aula Rossa? La seconda, posto che non abbiamo dubbi che la Curia sia stata invitata, perché non ci si è accertati fino alla fine che qualche rappresentante ci fosse?
La terza, perché la Curia non ha provveduto a sostituire la presenza di don Salvino con un altro rappresentante? Solo una risposta chiara netta e senza troppi giri di parole renderà giustizia a tutti".
Così in una nota il consigliere comunale Sergio Costanzo.
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