di STEFANIA PAPALEO
Arrestato e scarcerato. Processato e oggi scagionato. Finisce così, con una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste, la vicenda giudiziaria che, lo scorso 26 aprile, aveva travolto un sessantatreenne di Squillace, Ezio Catrambone, con l'accusa di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti (LEGGI QUI).
Un involucro contenente 200 grammi di marijuana nascosto sotto uno scaldabagno, altri due involucri contenenti rispettivamente 10 e 60 grammi della stessa sostanza in un rovo di un terreno adiacente la sua abitazione, e per Catrambone erano scattate le manette. L'arresto dei carabinieri della locale stazione era stato convalidato dal giudice monocratico del Tribunale di Catanzaro, che, tuttavia, aveva rimesso l'indagato subito in libertà, concedendogli la misura dell'obbligo di firma, in accoglimento dell'istanza avanzata in tal senso dagli avvocati difensori Eugenio Felice Perrone e Pietro Notaro.
E gli stessi legali oggi sono riusciti a convincere il giudice monocratico Elisa Fabio dell'innocenza del proprio assistito, ottenendone l'assoluzione a fronte di una richiesta di condanna a 2 anni di reclusione avanzata in aula dal pm d'udienza Lombardi.
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