di Pietro Marino*
"Stamattina, ospite nel laboratorio dell'artista Nuccio Loreti, accanto a pennelli e bozzetti, scorgo le sue creature e i suoi mezzi creativi, gli attrezzi tipici dello scultore. una vera e propria officina con mazze, martelli, seghe, trapani e pialle. Il maestro nel laboratorio, una sorta di museo permanente, nel silenzio assoluto crea e modifica, plasma la materia a suo piacere. Si confronta con quanti lo vanno a trovare".
"Regna in quel luogo il silenzio e mentre chiacchiera con te, si assenta pur rimanendo la vicino a te e comincia a modificare qualcuno dei pezzi che tiene sul suo piano di lavoro, basta poco per fare nascere un progetto, gessetto e sul banco da lavoro prende vita una nuova creatura".
"La sua arte è frutto Si di una lavorazione “a freddo”, un'operazione che consente grazie alla manualità artigianale di trasformare una lamiera piana in una forma".
"Così si definisce la lavorazione delle sue opere. Tutto ciò che si trova in quel luogo si nutre, dell’Aura del luogo, come se le plastiche, ferro, acciaio, installazioni, abitassero da sempre lì. Forse davvero, le sue opere sono sempre state in quei luoghi, nella terra di Petrosa e lui con esse.
"Mi descrive il progetto di creare un laboratorio aperto, di scambio, d’incontro, di interazione; mi chiede di dargli una mano a creare quello di cui ha bisogno".
"Con questo spirito ed in questo contesto, ho detto subito di si. Si una mano te la do volentieri e sai perché - gli ho detto - Perché sei un puro e voglio starti vicino, voglio capire il tuo mondo - lui con il sorriso sulle labbra - mi dice bene allora non perdiamo altro tempo".
Entrando nel suo laboratorio si entra in una altra dimensione.
Andando via mi sono portato con me il suo entusiasmo, la sua aria da sognatore e sopratutto l’energia positiva che il Maestro Nuccio Loreti trasmette.
Grazie Nuccio.
*Avvocato, presidente di Vitambiente
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