Martina Gallucci e la sua passione: curare gli animali esotici

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Martina Gallucci
  09 settembre 2019 19:54

di FRANCESCA FROIO

Martina Gallucci, figlia di Mamma napoletana e papà botricellese, sin da piccola coltiva l’amore per gli animali, consolidato con la laurea in medicina veterinaria conseguita a Teramo nel luglio del 2017. Ciò che ci ha incuriositi di Martina si cela dietro a quello che è l’ambito specifico sul quale la giovane Dottoressa ha deciso di soffermarsi: la cura degli animali esotici, un aspetto che abbiamo voluto approfondire intervistandola.

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La passione per la medicina sappiamo è certamente ereditata, Martina, tu però hai deciso di dedicarla interamente agli animali, come e quando hai maturato questa scelta?

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"Credo di aver sempre saputo quale sarebbe stata la mia strada. Fin da quando ero piccola amavo stare tra gli animali di tutte le specie. Quando mio padre effettuava le visite domiciliari alcuni pazienti mi regalavano dei coniglietti che accudivo a casa. Inizialmente pensavo che mi sarei occupata di medicina veterinaria equina e fino all’ultimo anno avevo questa convinzione".

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Invece poi hai deciso di dedicarti ad una categoria particolare, quella degli animali esotici. Perché?

"Assistendo ad un convegno sulla medicina degli animali esotici mi si è aperto un mondo.  Da dopo la laurea ho iniziato a seguire dei colleghi che si occupavano di esotici fino ad entrare nel team del Centro animali esotici di Roma2.

C’è un episodio specifico che ti ha segnata o che porti particolarmente nel cuore?

"Ci sono tantissime storie commoventi che si vedono qui in clinica e cercare di capire quale sia il problema di un animale che non può comunicare e dirti cosa stia succedendo non è semplice. Tra tutte c’ è quella di una coniglia i cui proprietari purtroppo non potevano avere figli. La coniglia viveva in una stanza di 30 mq con tutti i giochi possibili ed era molto seguita da loro. Un giorno mangiando un corpo estraneo purtroppo ha avuto un’occlusione gastrica, ma siamo riusciti ad intervenire in tempo effettuando una gastrotomia. L’ intervento è stato delicato ma la coniglia ha avuto una rapida ripresa.  Episodi come il vedere la gioia dei proprietari nel riavere la loro coniglia ti dona la forza di affrontare i momenti più tristi di questo lavoro. Purtroppo la categoria dei veterinari è una delle categorie con più alto tasso di suicido; le pressioni che si hanno tutti i giorni sono tante ed è un lavoro in cui non si hanno orari, non ci sono festività".

Un messaggio che vuoi far giungere a tutti coloro che vorrebbero adottare un animale esotico?

"Adottare o acquistare un animale non deve essere mai preso con superficialità. Bisogna essere sicuri di poter rispettare il loro benessere sia fisico che psichico. Se non si hanno delle informazioni precise su una specie non affidatevi ad internet, ma fate una visita da uno specialista che sicuramente vi può dare un consiglio in più".

Attualmente dove svolgi la tua professione?

"Attualmente lavoro in un policlinico veterinario h24 chiamato Polivet. Sono presenti circa 20 medici ognuno specializzato in un campo per poter offrire un servizio migliore, usufruiamo anche di un’ambulanza per trasportare diversi animali sia dentro che fuori il Lazio".

Il tuo progetto futuro?

"Ovviamente ho tantissimo ancora da imparare e mi piacerebbe sia fare un’esperienza all’estero che avere un allevamento di pappagalli di diverse specie".

                                                                 .

 

 

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