Parlano tra loro in chat. Alessia avrebbe voluto passare gli ultimi mesi sui banchi di scuola. Francesca si ritrova in 5° virtuale con degli anni in più e tanti pensieri per la testa. Sono studentesse che stanno per abbandonare il vecchio banco di scuola e dalla tastiera si scambiano pensieri e sentimenti che abbiamo sbirciato e riportato.
Siete tutte collegate? La linea stamane è un po’ ballerina ma vediamo se riusciamo a esprimere sulla chat i nostri pensieri, le nostre sensazioni, le ansie che hanno incorniciato la nostra vita negli ultimi due mesi. Fede ti vedo un po’sgranata, che gestore hai? Forse è la piattaforma, ultimamente sta dando dei problemi. Chi inizia? Inizia tu, Alessia.
Alessia
Se dovessi descrivere la didattica a distanza con una parola utilizzerei ‘dispendiosa’, soprattutto per gli affetti stabili…c’è chi ne trae vantaggio e chi si sente oppresso. Personalmente a livello scolastico mi sono semplicemente adattata. Ho messo in atto il mio autonomo metodo di studio, costruito grazie alla guida semplice e schematica dei nostri professori, ormai quasi all’avanguardia dal punto di vista del rinforzo tecnologico. E’ un aiuto reciproco rincuorante, perché credetemi, non è da tutti rubare un sorriso tramite lo schermo. Magari sono di parte, ma noi ragazzi siamo fortunati ad avere come punto di riferimento i nostri professori, soprattutto per noi maturandi, sono stati e saranno per sempre un punto di riferimento saldo a cui abbiamo sempre aspirato massimamente per riempire il nostro bagaglio culturale, sociale ed educativo. Quindi non vi nego che avrei voluto passare gli ultimi mesi tra i banchi di scuola, senza essere privata dei loro insegnamenti e delle loro sgridate! E della spensieratezza di un’apprensione incanalata involontariamente per l’alta soglia di attenzione che dedicavamo... però purtroppo la salute chiama e di certo ci sono cose più gravi e non possiamo lamentarci; quindi in breve questa DAD non è poi così male, con le giuste persone e con un’ottima dose di ottimismo supereremo anche questa e potremo raccontarla e rimanere nella storia come sperimentatori e maturandi ‘speciali’. Le libertà civili e sociali oppresse ora, ci salveranno da un futuro incerto e colmo di paura. Torneremo a studiare in presenza e più vogliosi di prima, però all’università, nel frattempo ci prepariamo come tutti i maturandi degli altri anni a un esame corposo e completo, solo più innovativo vista la fase di emergenza.
Se n’è andata la linea nelle ultime parole…hai detto “ vista la fase di emergenza” giusto? Ok. Ottime considerazioni, Alessia. Vediamo, sempre se la linea regge, cosa ci dice Francesca. Fra’ ci sei? Si è spento la tua webcam…Ah, ecco, ora ti vediamo, vai:
Francesca
Tutti sono consapevoli che l'ultimo anno delle superiori è il più bello, con le sue preoccupazioni e le aspettative di entrare a far parte del magico mondo degli adulti. Da un giorno all'altro ci siamo svegliati trovando una pandemia che bussava alle nostre case e da quel momento tutto è diventato più difficile, iniziando proprio dalla assenza fisica dei compagni. Il suono della campanella e il richiamo dei professori sembrano un ricordo lontano, abbiamo provato a ricostruirlo attraverso una metodologia già divenuta normalità per altri paesi del mondo, la didattica a distanza. Il mondo virtuale ha sostituito gli inevitabili passaggi di crescita degli studenti di tutti i tempi, come il pranzo dei cento giorni dall'esame, il ripasso a ricreazione prima di un'interrogazione, la noia per una routine che adesso vorremmo riavere, ma che non ci sarà più, perché pur trovando il vaccino di questo virus non potremo tornare a fare la vita di prima specialmente su quei banchi che raccontano le nostre storie, storie di amicizia, scherzi, litigi, riappacificamenti, lacrime e abbracci. Anche quegli stupidi scherzi combinati dai compagni di avventura iniziata cinque anni fa mancano, mancano proprio loro i compagni, sostituiti da solitari ologrammi dentro uno schermo neutro, privo di emozioni. Soltanto grazie alla creatività dei professori che cercano di rallegrare gli animi e portare colore nel grigio quotidiano, riusciamo a sfondare la pressa delle pareti che ci soffoca più della pandemia stessa. Il mondo roseo della nostra giovane età non può evitare di sbocciare e dare nuova luce alle tenebre di passaggio che ora ci avvolgono.
Vero Francesca, siamo stipati tutti in questo schermo algido, appiattiti nelle stanze delle piattaforme ma nulla potrà sostituire lo spazio condiviso, nel bene e nel male, della scuola. Federica tocca a te, attiva il microfono però, risulta spento.
Federica
Manca un mese e poi la nostra vita cambierà totalmente. Entreremo per davvero nel mondo dei grandi dove ogni decisione che prenderemo avrà delle conseguenze che solo noi dovremo affrontare. Ci aspettavamo un finale molto diverso da questo...un finale tra le ultime interrogazioni, il pranzo dei cento giorni, la notte prima degli esami, la tristezza nel vedere per l’ultima volta le quattro mura che hanno racchiuso tutta la nostra quotidianità e la felicità di aver concluso un percorso di studio importante. E invece la novità di questi ultimi due mesi è stata proprio questa didattica a distanza. Non è stata una grande scoperta però ci siamo dovuti abituare a questo nuovo modo insolito di fare lezione, tra le interruzioni della linea internet e immagini bloccate. Non mi era mai capitato di fare un’interrogazione e parlare con una persona in 2d e non sapere se quello di cui sto parlando arriva perfettamente dall’altra parte della città o del paese…è tutto così surreale. Sembra l’altra volta che siamo entrati nella 1C con tutti gli insegnanti e alunni che cercavano di capire chi fossimo e come saremmo cresciuti in questo percorso e adesso ci ritroviamo nella 5C virtuale con degli anni in più e tanti pensieri per la testa. Porterò le nostre giornata passate insieme nel mio cuore perché sarete sempre un capitolo importante della mia vita.
Verissimo Fede’, sostenere un colloquio davanti allo schermo è proprio straniante, chi avrebbe mai potuto pensarlo prima? Ora dovrebbe parlare Giulia ma l’immagine si è bloccata. Voi la vedete? Giulia? Giulia? Caspita si blocca sempre Giulia…ah ecco ora c’è…vai Giulia finché dura la linea….
Giulia
Per me la maturità potrebbe essere un viaggio nel tempo, un flashback, un ricordo così bello che segna la vita di ogni essere umano, penso che sia un po' come premere play su un filmato, e ricordare, guardando le proprie vite proiettate nel meccanismo così perfetto delle nostre menti. Quelle emozioni uniche, quel tuffo dalla cima più alta della scogliera. Noi maturandi 2020 abbiamo trascorso l'ultimo giorno di scuola senza saperlo, si sono chiusi i cancelli alle nostre spalle il cinque marzo, ben novantasette giorni prima dell’ufficiale chiusure della scuola. E così che dal primo momento, hanno dichiarato chiuse tutte le scuole, attuando un sistema di “didattica a distanza”, sino ad arrivare al blocco totale. Questa locuzione “didattica a distanza” ha voluto dire costruire un muro di vetro tra professore e alunno e tra alunni stessi. È così triste. Oggi mi ritrovo qui, nella mia stanza, in queste quattro mura, accanto a me questo letto, da diciotto anni mi hanno vista crescere, hanno vissuto ogni mio cambiamento fisico e psicologico. Immagino la mia classe, è vuota e triste, quei banchi pieni di polvere sono rimasti come li avevamo lasciati. Sulle lavagne i resti dell’ultima lezione di Costruzioni, i corridoi così silenziosi, i laboratori così vuoti attorno al bar un catenaccio, nella palestra non si sente più l'eco delle voci, il rumore del pallone che impatta sul pavimento, sui muri, sul tetto. È tutto così silenzioso. I giorni passano. Arriverà la maturità, ma non sarà come la canzone di Venditti, arriverà senza fare rumore, in punta di piedi. Ma in qualsiasi modo arriverà, non sarà lo stesso, tutto a causa tua, Covid-19. Sei entrato in gioco tu, per portare con te quello che per noi sarebbe stato il traguardo più importante delle nostre vite. Sento le persone che borbottano, e in continuazione dicono che siamo stati fortunati, ma loro non possono immaginare, cosa provo ogni volta in una videolezione; inconsciamente mi guardo attorno e non vedo nessuno, guardo alla mia sinistra e non c'è la mia compagna di banco, è lì che ogni volta sento i nodi allo stomaco. Dovrò affrontare la maturità senza lasciarmi consolare dall' abbraccio dei miei compagni, non potrò ridere con loro, non potrò stingerli forte per l'ultima volta, non vedrò il sorriso dei professori, perché avranno le mascherine, non potrò guardare negli occhi perché saremo troppo lontani, non potrò voltarmi per guardare la mia famiglia alle mie spalle, perché non potrà assistere. Se questa doveva essere la mia fortuna allora NO, non la voglio, prendetevela pure. Voglio travestirmi insieme alla mia 5C e consegnare i biglietti per il pranzo dei cento giorni, voglio accendere i fumogeni e lasciare che i palloncini si innalzino nel cielo portando con sé i nostri desideri. Voglio passare la notte prima degli esami come hanno fatto tutti, voglio affrontare la prima e la seconda prova, nascondendo nel dizionario o nel prontuario qualche bigliettino che possa essermi d’aiuto, anche se lo so che sarebbe inutile, voglio ripetere tutto il programma alla mia famiglia una settimana prima dell’orale, e quando loro non ne potranno più lo ripeterò a mia nonna, al cane, al gatto, al muro. Voglio vivere quello che hanno vissuto gli altri, perché solo una volta nella vita si ha questa occasione. Ma ora mi sento così impotente. Il tempo stringe e io non posso pensare solo a quello che mi hai tolto, farò in modo che la maturità arriverà e che anch’io potrò raccontare di te, “caro” covid, che hai provato a piegarci tutti, ma alla fine vinceremo noi.
Che bello, Giulia, hai descritto la nostra classe abbandonata, spoglia…mi viene da piangere…questo covid è un ladro, ci ha derubato dei nostri riti, delle nostre complicità, ha ucciso tante persone innocenti, ha smembrato famiglie intere portando il fetido odore della morte…ma andremo avanti lo stesso, proprio in ricordo di chi ormai non c’è più e ha lasciato la vita per tutelare la nostra… Rosy, manchi tu, anche perché la connessione inizia a dare problemi, vai e poi ci connettiamo domani alla stessa ora.
Rosy
Siamo arrivati quasi alla soglia della fine ma non immaginavo quanto potesse nuocere al rapporto in presenza questo distacco improvviso. Alzarsi la mattina e seguire le lezioni in pigiama o nel proprio letto sembra la cosa più piacevole ma non lo è per chi si è dovuto adattare al forzato esperimento. La quotidianità di noi alunni si è capovolta, la mia di quotidianità è diventata una routine assurda e noiosa, fidatevi, copiare un compito in classe è molto più divertente del risolverlo insieme mediante ore e minuti di una chiamata; alzarsi per prendere un pullman fino all’entrata della propria scuola e passarci la mattinata è più bello di quanto pensiate, o volete veramente confrontarlo con un alzarsi, accendere il computer, accedere alla piattaforma di classe e ogni mattina perdere il filo e ritrovarsi con argomenti a metà, confusi e mal capiti? Ritrovarsi in comunità e dire ognuno la propria soltanto facendo clic per aprire un microfono è d’aiuto, magari per non scoraggiarsi, per aiutare in un esercizio, in un paragrafo di teoria e in un prossimo test di riepilogo ma, per chi è costretto a non poter fare altrimenti dire di sentirsi disorientato è il minimo del minimo. Soltanto al pensiero di avere un turno d’interrogazione e racchiuderla in minor tempo possibile per le disposizioni e ridursi veramente all’essenziale è scomodo; ma ciò che ci incoraggia è la professionalità di ogni singolo professore che a ogni dubbio sfrutta al massimo ogni tipo di comunicazione , anche soltanto per una piccola o media spiegazione. Parlo da maturanda, ma chi non condivide il mio stesso pensiero? Dovrò affrontare la maturità con la consapevolezza di dovermi arrangiare a ciò che ho accumulato da sola, a ciò che ne è uscito dalle mie sole forze poiché neanche la linea di internet ha dato i suoi frutti nella collaborazione in questo CAOS. La didattica a distanza non può sostituirsi a una relazione diretta e immediata in aula, uno schermo e una webcam non possono sostituire i discorsi in classe tra studenti e docenti, l’apprendimento è totalmente diverso, la presenza è totalmente diversa, e ancora e soprattutto lo è lo sguardo intenso capace di capire quanto sia entrato nel cervelletto di uno studente qualsiasi argomento o quello sguardo intimidatorio nel mezzo di un’interrogazione con l’arrivo di chissà quale voto o, meglio ancora, quello sguardo connivente e complice con i tuoi compagni per ogni malefatta. Questi anni non torneranno una seconda volta, le lacrime per un percorso ormai terminato insieme, le risate per ogni birboneria o per l’omertà collettiva nel coprire schiamazzi o qualche piccolo guaio, o per le solite frasi “avete fatto un compito di classe collettivo” o per un suggerimento all’orale quando il voto si avvicinava troppo a livello di un impreparato. Penso che chi non si affacci alla maturità non potrà mai capire quanta malinconia si prova per un pranzo saltato o per una mancata notte prima degli esami come da tradizione. Sono veramente malinconica e arrabbiata con te, stupido virus, ci hai portato via il nostro momento migliore ma ora per favore, non toglierci un eccellente orale e magari chissà, qualche palloncino d’acqua per aria che ci porti la freschezza di un nuovo cammino.
Ci connettiamo tutte domani alla stessa ora. Buono studio a tutte!
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