Medici e infermieri dell'emergenza urgenza, la faida silenziosa fra l'Asp di Catanzaro e quella di Cosenza

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images Medici e infermieri dell'emergenza urgenza, la faida silenziosa fra l'Asp di Catanzaro e quella di Cosenza
L'ingresso dell'Asp di Catanzaro e dell'ex Pugliese (dove c'è una parte rilevante di amministrativi della Dulbecco)
  28 marzo 2025 21:17

di GABRIELE RUBINO

La vicenda era e resta ingarbugliata. E' quella relativa ai medici e agli infermieri assunti per colmare le lacune nel segmento dell'emergenza-urgenza extra-ospedaliera, sotto la regia di Azienda Zero, e che pur prestando servizio all'Asp di Cosenza sono stati reclutati da altri enti del servizio sanitario regionale. Un groviglio giuridico ed economico, con tanto di ricorsi al giudice del lavoro (LEGGI QUI). L'ultima novità in ordine cronologico è che l'Asp di Catanzaro, che alla 'sorella' di Cosenza ha 'prestato' il contingente più cospicuo in termini numerici, ha bandito una manifestazione d'interesse per l'immissione in ruolo di 22 infermieri e 24 medici. 

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Da quanto appreso informalmente, si tratta di un atto con cui si tenta di 'sanare' una delibera dell'Asp di Cosenza, considerata alle latitudini del capoluogo di regione non propriamente un modello di legittimità. Di quale delibera si tratta? Della numero 348 dello scorso 24 febbraio. Un documento in cui sostanzialmente si prospetta una cessione del personale a far data dalla prima assunzione. In sostanza, pur se il soggetto attuatore (per l'emergenza urgenza extra-ospedaliera) indicato da Azienda Zero era l'Asp di Cosenza e la selezione è stata effettuata da quest'ultima "i datori di lavori dei vincitori della stessa selezione sono da individuarsi nei legali rappresentanti delle Aziende sanitarie provinciali della Calabria presso cui i suddetti lavoratori operano, e, pertanto, i rapporti giuridici e le relative obbligazioni contrattuali coinvolgono esclusivamente le Aziende utilizzatrici e il personale loro assegnato". Se non bastasse, l'Asp di Cosenza nel 'trasmettere i contratti' alle altre aziende sanitarie provinciali, specifica che il personale: "opera a far data dell'assunzione in servizio alle dipendenze delle Aziende del SSR". Forse, ora è più chiaro. Guarda caso, poche settimane prima (era gennaio), l'Asp di Catanzaro aveva quantificato i 'costi' per il personale in servizio a Cosenza in 2,7 milioni di euro (per gli anni 2023 e 2024) e chiedeva l'adozione di atti conseguenti (LEGGI QUI). L'Asp di Cosenza, in tutta risposta, ha adottato la delibera nominata appunto 'adempimenti conseguenti'. 

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In risposta, come già accennato, l'Asp di Catanzaro ha 'reagito' con una sorta di avviso di mobilità dello scorso 26 marzo, con scadenza 15 giorni. In parole povere, chi ha prestato servizio a Cosenza può decidere di venire a Catanzaro. Una manifestazione d'interesse adottata in maniera monocratica dal commissario straordinario (senza preventiva e usuale delibera di indizione) e che non è 'chiarissima' sui requisiti di partecipazione. Ma sulla questione della 'data di assunzione' è comunque piuttosto risoluta, l'Asp di Catanzaro: "procederà con successivo atto all’immissione in ruolo del suddetto personale, a decorrere dalla data di sottoscrizione del relativo contratto individuale di lavoro con l’ASP di Catanzaro". La tesi opposta a quella dell'Asp di Cosenza. Una pezza, il cui successo dipenderà dal numero di adesioni allo stesso avviso. Perché un'eventuale difformità comunque inciderà su altri istituti contrattuali, a partire dai fondi di premialità aziendali destinati al personale. Ma questa è un'altra storia. Così come il (mancato) coordinamento di Azienda Zero. 

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