Meridione d'Italia, quale futuro?

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Mena Matragrano Greco
  30 novembre 2019 13:26

La CALABRIA e il SUD, non possono prescindere dal partire da quel che avvenne a MONGIANA, nel tentativo di spiegare ai propri giovani e a chi li ami, il da farsi a favore del proprio Territorio dal punto di vista geo-politico. 
Ricordare che dopo l’Unita’ d’Italia, le Ferriere di MONGIANA, di netto furono espoliate di tutto quanto fu possibile sottrarre e trasferito a Terni, è preminente. 
Anche tutti i telai calabresi e siciliani furono obbligati a fermarsi e la produzione tessile fu demandata a Biella.
Ci fu dunque un disegno preciso: il SUD, privato di qualsiasi forma di produttività in funzione di quella settentrionale, fu obbligato all’Emigrazione e divenne il mercato di elezione del Nord Italia.
 Il Parlamento diventò da subito il luogo della parvente giustizia distributiva, fra i vari territori, delle risorse della Nazione e siccome ormai non producevamo più  nulla, ci è sempre stato dato il minimo indispensabile, ma non quello che serve per lo sviluppo del Territorio ovvero le infrastrutture. 
Le scelte politiche che incisero sui destini di MONGIANA e sull’arte della Tessitura nostrana, continuano ad essere operative ai giorni nostri per noi calabresi e per tutto il SUD, ed esso oggi svolge obbligatoriamente il solo ruolo di mercato pro-Nord. Purtroppo la nostra classe politica tace e non riesce a spuntare alcun risultato valido. 
Dobbiamo essere ancor oggi grati a GIACOMO MANCINI, parlamentare calabrese, che mise in atto il suo Potere Di Veto in Parlamento all’epoca in cui si costruì la Autostrada del Sud, pretendendo che pure la Calabria fosse inclusa nel Progetto.
La nascita della LEGA NORD ha costituito per il SUD la tomba di ogni velleità di crescita volta a ridurre il divario col Nord-Italia, che pure negli anni 50/60/ e nei primi anni 70 si era timidamente intravisto. Una serie di Leggi volute dalla LEGA e sostenute per ragioni elettorali da altri partiti tutt’ora operanti come il PD, stanno convergendo verso un disegno “secessionista nei fatti”,  anche se camuffato sotto forma di Regionalismo spinto. 
L’Italia come la conoscevamo, “una ed indivisibile”, dopo la “MODIFICA DEL TITOLO V” non è più tale: le è stato inferto un colpo mortale con la succitata Modifica Costituzionale ed il SUD è l’“usufruente unico” di cotanto disegno perverso. 
MONGIANA resta un Monumento-simbolo, certamente sgradito a chi ha tentato di occultare la Storia violenta di una Unità che si mostra, a posteriori, non gradita a chi la provocò con la presa del SUD e tantomeno ad un SUD che si vede ridotto ad esclusiva riserva ai fini del profitto.
Riuscirà il nostro amato Territorio a cancellare, sia pur con fatica, tutto quanto sancito da MONGIANA in poi, risalendo la china ed affidando i propri destini a Politiche a suo favore dopo il varo della Autonomia Differenziata di certa attuazione?
Affidandosi a chi ?
La richiesta di giustizia distributiva e di legittima crescita e sviluppo è molto sentita e diffusa nel SUD, ma il panorama politico è enormemente frammentato e non riesce a coagulare e convergere in un singolo, tenace Movimento Unitario che richieda e pretenda in Parlamento ciò che gli compete... 
Meridione d’Italia: quale futuro ?

Mena Matagrano Greco

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