di STEFANIA PAPALEO
"Mi hanno violentato per 10 lunghi anni". E per supportare le sue terribili accuse mostrò anche lividi lungo il corpo. Così in cinque finirono dietro le sbarre per mano dei poliziotti della Questura di Cosenza. Salvo a distanza di anni emergere tutt'altra verità. La presunta vittima della vicenda, una donna di 46 anni, avrebbe, infatti, mentito su suggerimento del marito e del suo avvocato, mandando in carcere persone innocenti, così come concluso dallo stesso pm della Procura di Castrovillari Mauron Gallone, che ha chiesto e ottenuto un decreto di archiviazione del caso dal gip Simone Falerno.
Per Gianni Montalto, William Oranges, Pierluigi Gallo, Sergio Gallo e Salvatore Bruno, tutti di Corigliano Rossano, è così arrivata l'ora del riscatto, grazie anche agli avvocati difensori Ivan Iurlo, Pasquale Madeo, Giacinto D'Urso, Francesco Cornicello, Antonio Scatozza e Vincenzo Reda che, fin dall'inizio, si sono battiti per smontare la tesi accusatoria costruita sulla base delle dichiarazioni rilasciate dalla donna
Dichiarazioni cambiate più volte nel corso delle indagini, fino alla ritrattazione completa delle stesse da parte della donna che, alla fine, raccontò di essere stata indotta ad accusare gli indagati dal marito e dal suo avvocato, probabilmente per coprire altre responsabilità. Nè i lividi sarebbero stati provocati da alcun trauma, essendo gli stessi dovuti a una malattia di cui è affetta. Così come nessuna traccia biologica sarebbe stata rilevata sugli attrezzi in uso a uno degli indagati e utilizzati, a detta della donna, per sottoporla a violenze di ogni genere.
Insomma, tanto quanto basta per non ritenere la donna credibile e nè attendibile, per cui caso archiviato e tante "scuse" ai cinque indagati trascinati in carcere con le gravissime accuse di violenza sessuale di gruppo ed estorsione.
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