Microcriminalità a Catanzaro, la Cicas non ha dubbi: "È sempre esistita"

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La vetrina sfondata del bar Centrale
  20 agosto 2019 17:05

"Incredibile, Catanzaro nel gotha dello sport sinora appannaggio di nazioni come Australia e Usa. Siamo campioni nel cavalcare e domare le onde , siamo campioni nel compiere ardite evoluzioni su una semplicissima tavola , siamo campioni nel planare lungo qualsiasi parete d’acqua e rimanere ritti sulla nostra tavola". È il sarcasmo con il quale il coordinatore provinciale della Cicas di Catanzaro, Luigi Biamonte stigmatizza le reazioni sugli ultimi furti nel capoluogo di regione. "Ci accorgiamo improvvisamente che i cittadini non si sentono più sicuri, che occorre un serio e rapido contrasto al dilagare degli episodi delittuosi", così Biamonte convinto che "il fenomeno è sempre esistito e fortemente radicato in città". 

E lui non ha dubbi: "Alcuni quartieri sono off limits". Il riferimento è all'imprenditrice che - ricorda Biamonte - "dovette ritornare casa, dopo aver chiuso la sua azienda, scortata da un suo dipendente e con in borsa uno spry al peperoncino".

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La conclusione è netta:  "Nel tempo ci siamo semplicemente limitati a promuovere incontri ove sollevare ed evidenziare l’urgenza di contrasto e repressione del fenomeno sia dal punto di vista coercitivo e sia dal punto di vista culturale con questori, prefetti, rappresentanti delle Istituzioni. Poca cosa, sembra, in confronto alle mirabolanti ed estemporanee esibizioni dei nostri gloriosi atleti".

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