Si terrà il prossimo 17 ottobre l’udienza preliminare per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio di quattro militari della Guardia di finanza di Crotone accusati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. Per la Procura della Republica di Crotone, sarebbero responsabili di quanto accadde il 30 agosto del 2020 nel tratto di mare tra Praialonga e Simeri Crichi (Cz) quando un’imbarcazione a vela con a bordo 20 migranti, mentre veniva condotta dai finanzieri, che ne avevano preso il comando, verso il porto di Crotone, andò improvvisamente a fuoco e subito dopo esplose provocando la morte di quattro migranti.
I quattro finanzieri, due ufficiali e due sottoposti, per i quali è stato richiesto il rinvio a giudizio, secondo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Pasquale Festa, avrebbero peccato di negligenza, imprudenza e imperizia; l’ipotesi di reato si configurerebbe per i due comandanti in quanto avrebbero ordinato ai due finanzieri di salire a bordo del veliero e di assumerne il comando nonostante questi non avessero l’abilitazione a condurre la barca. I due, secondo la Procura, non svolsero un' ispezione per verificare le condizioni di sicurezza del natante.
Secondo i consulenti del Tribunale di Crotone non ci sono elementi per stabilire cosa abbia innescato l'incendio dell'imbarcazione 'Heaven', le morti, però, avrebbero potuto essere evitate se le persone a bordo del veliero fossero state trasbordate sulle unità navali delle forze dell'ordine.
Gli stessi periti del Tribunale, infatti, sostengono che non vennero raccolti i suggerimenti del comandante del battello della Guardia costiera di Catanzaro Lido e del comandante della motovedetta della Finanza che avevano chiesto di portare i migranti al più vicino porto di Catanzaro Lido anziché a quello di Crotone. Dopo l’esplosione della barca i finanzieri che erano saliti a bordo del veliero si prodigarono per salvare alcuni dei migranti caduti in acqua. In quel frangente il loro gesto fu definito eroico.
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