L'intervista. Gianni Minoli: “Per rilanciare la Calabria bisogna girare buone storie, ancorate alla realtà”

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Giovanni Minoli, commissario straordinario della Calabria film commission

Il presidente della Film Commission è pronto a costruire “una Hollywood dell’audiovisivo”, a partire dalle biografie delle grandi donne calabresi"

  23 ottobre 2020 17:49

di VALENTINA CELI

Prima la pubblicità di Easyjet, adesso il corto di Gabriele Muccino: sembra non esserci pace per la Calabria, che non riesce a smarcarsi dalle polemiche quando si tratta della sua immagine. Eppure si tratta di operazioni commerciale che, almeno sulla carta, dovrebbero valorizzarne le peculiarità. A giugno la compagnia aerea l’aveva definita “senza turisti per colpa di mafia e terremoti”, in un articolo subito rimosso dal suo sito per via delle lamentele. In questi giorni invece fa discutere il cortometraggio “Calabria, terra mia” del regista romano, che da più parti viene bollato come “anacronistico e pieno di stereotipi”, quindi lontano dalla contemporaneità complessa della regione.

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Il programma di rilancio della Calabria attraverso il cinema d’autore è stato fortemente voluto dalla Presidente Jole Santelli, prematuramente scomparsa pochi giorni prima della première del corto al Festival del Cinema di Roma. Proprio il suo progetto di realizzare opere audiovisive di qualità sul territorio calabrese ha portato uno dei massimi esperti della televisione italiana, Giovanni Minoli, ad accettare l’incarico di guidare la Calabria Film Commission.

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Il giornalista e autore di successi come “Un posto al sole” e “Agrodolce” non si esprime in merito alle controversie delle ultime ore: “Sono giudizi soggettivi: ognuno ha diritto a dire la sua opinione”, chiosa Minoli. È già lanciato verso l’inizio dei lavori, che avverrà non appena sarà pronta la due diligence, ossia la rendicontazione finanziaria della Commissione.

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Proprio sul fattore economico tiene a fare chiarezza: “In Calabria – spiega Minoli – lavoro gratis. Lo faccio per rispettare le richieste della Presidente Santelli e per spirito di servizio. I fondi arriveranno in larga maggioranza da sovvenzioni dell’Unione Europea; l’investimento della Regione sarà minimo”.

Cos’è che vuole realizzare?

Voglio creare una industria dell’audiovisivo, una piccola Hollywood. Voglio portare qui la mia esperienza nell’industria televisiva. All’inizio nessuno credeva in “Un posto al sole”: adesso al centro produzione di Napoli lavorano 8mila persone, da 25 anni è una vera macchina da soldi per la Rai. Come voluto dalla Presidente, svilupperemo tutte e cinque le forme di racconto per immagini - serie tv, docufiction, documentari, cortometraggi e film – e ci serviremo di maestranze e manodopera calabrese. Per questo cerco i professionisti del settore, per sviluppare progetti di serialità televisiva a lungo termine. E per questo fra i dirigenti della Commissione ho voluto calabresi di spicco, come Gianvito Casadonte, direttore del Magna Graecia Film Festival e Franco Schipani, critico e autore televisivo”.

Quali sono i prodotti su cui puntare?

“Inizieremo sicuramente con una docufiction sulle grandi donne calabresi. Racconteremo di personaggi importanti, come la politica Rita Pisano, come l’intellettuale Adele Cambria. Un prodotto culturale che sarà coprodotto e mandato in onda da Rai 3”.

Il racconto delle realtà del Sud non è semplice, molti cadono negli stereotipi. Qual è il segreto per non sbagliare?

Bisogna girare delle buone storie, ancorate alla realtà. Bravi sceneggiatori e registi sono essenziali, meglio se del territorio. Poi non ci vuole molto altro, se non la volontà di fare”.

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