Monsignor Savino (Cassano allo Ionio): "Riorganizzare i servizi sui bisogni"

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Francesco Savino, Vescovo di Cassano
  23 dicembre 2019 17:29

"Con grande preoccupazione, lo dico come Pastore del popolo che è stato affidato alla mia cura, la diocesi di Cassano Ionio, i diritti di cura nel nostro territorio sono quotidianamente disattesi e, direi, anche alienati. Faccio un grande appello al Commissario, alla parte politica, e anche al Ministero perché, attraverso un dialogo fecondo e generativo, si possa addivenire a una riorganizzazione dei servizi sanitari come risposta urgente e necessaria ai bisogni oggettivi dei cittadini/pazienti/ammalati della Calabria".

Lo afferma il vescovo della diocesi di Cassano, mons. Francesco Savino, nella qualità di delegato per la Sanità all'interno della Conferenza Episcopale Calabra. "Va ripensato in maniera responsabile - prosegue - il modello organizzativo della sanità calabrese: per esempio il rapporto tra ospedali di eccellenza, ospedali territoriali e servizi domiciliari e organizzazione delle Case della Salute. Non è più l'ora del litigio continuo sulla pelle dei cittadini calabresi; basta con autoreferenzialità narcisistiche, lobbistiche e campanilistiche. Mettiamo al centro la persona ammalata e organizziamo risposte sanitarie serie. Sottopongo alla coscienza dei responsabili un fenomeno drammatico che come Vescovo sono testimone: a causa dell'impoverimento del territorio riconducibile in modo particolare alla mancanza di lavoro, molti ammalati non si curano perché non possono comprare le medicine. La richiesta di medicinali, sia quantitativamente che tempisticamente, diventa sempre più pressante, sia alla mia persona, sia ai parroci che ai centri di ascolto. Il tempo si fa sempre più breve: è l'ora della corresponsabilità. Il popolo calabrese, laborioso e intelligente, fin troppo paziente, e lo dico responsabilmente come preoccupazione preventiva, non può più attendere". "Mi sembra anche onesto e giusto - conclude mons. Savino - puntualizzare che va tutto ripensato il rapporto tra pubblico e privato nell'ambito sanitario calabrese. Ci sia una sinergia virtuosa e prevalgano sempre la centralità dell'ammalato con i suoi bisogni e la legalità, senza se e senza ma".

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