di EDOARDO CORASANITI
Non solo una semplice assoluzione ma una "immediata declaratoria di non punibilità " perché il fatto non sussiste: prima ancora della richiesta di condanna del pubblico ministero, oggi il giudice del Tribunale di Catanzaro Antonella Galati ha letto la sentenza che assolve 7 medici accusati di omicidio colposo dell'ospedale Pugliese del capoluogo di Regione.
E' la conclusione della vicenda giudiziaria scaturita nel 2013 dopo la morte del crotonese Leonardo Romanelli, 73 anni, deceduto ad agosto del 2013 dopo un intervento subito a livello neurologico nella struttura sanitaria del Pugliese.
Dopo sette anni di accuse, richiesta di rinvio a giudizio e processi, finisce la trama giudiziaria per Cesare Migliaccio, 64 anni di Catanzaro, Francesco Vitalone, 60 anni di Lamezia Terme, Claudio Ceccotti, 71 anni di Catanzaro Massimiliano Pellegrino, 49 anni di Catanzaro; Giuseppe Mauro, 66 anni di Catanzaro; Francesco Nicoletti, 63 anni di Catanzaro; e Antonio Veraldi, 56 anni di Catanzaro.
La decisione di oggi arriva ad un settimana da quando i legali degli imputati chiedono al giudice una sentenza in base all'articolo 129 del codice di procedurale penale, chiamata "Declaratoria immediata di non punibilità". Il perché della richiesta si lega a quanto riferito dai consulenti tecnici del pubblico ministero. Poche settimana fa, i tre esperti in aula escludono categoricamente che ai 7 medici potessero essere etichettate responsabilità di alcun tipo. In particolare, le ragioni della morte (aneurisma addominale) non sono compatibili con l'intervento neurologico subito pochi giorni prima. E dunque, anche se i 7 medici se ne fossero accorto avrebbero dovuto dare priorità assoluta al problema che stavano affrontando. Tradotto: persino secondo i consulenti dell'accusa non ci sono ragioni per procedere con il processo, perché è da escludere qualsiasi forma di responsabilità medica e professionale.
Ragionamenti che hanno indotto gli avvocati Danilo Iannello, Domenico Pietragalla, Giuseppe Spinelli, Carlo Petitto, Antonio Rania a chiedere una settimana fa l'anticipazione del provvedimento senza nemmeno andare avanti. Il giudice aspetta sette giorni e comunica in aula l'esito: assoluzione perché il fatto non sussiste.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736