
"L’Università "Magna Graecia" di Catanzaro, invece di pensare all’offerta formativa, segnata da carenze, dalla perdita delle specializzazioni e dalla fuga di tanti professionisti, si preoccupa dell’assistenza spirituale ai musulmani, garantendo un luogo di culto con l’insegna Moschea in un luogo istituzionale. Il tutto per consentire le due preghiere collettive in occasione delle festività islamiche, con la festa di fine Ramadan e la festa del Sacrificio, il sermone del venerdì con la preghiera collettiva del Jumu’a, e le cinque preghiere quotidiane. Stranamente il tutto avviene nel silenzio generale della politica e della Chiesa locale con il cdx ovviamente assente quando si tratta di temi "etici e culturali" e il csx impegnato a promuovere politiche gender, carriere Alias e gay pride. Insomma a Catanzaro i poteri forti non si disturbano, neanche per scherzo". A scriverlo in una nota è il consigliere comunale della Lega, Eugenio Riccio.
"Ma torniamo al tema. L’istituzione universitaria di origine medievali, con le prime esperienze a Salerno (IX sec.) e Bologna (XI sec.), era indicata e conosciuta come “Studium” per indicare una realtà culturale di studiosi e studenti e non altro come oggi.
In uno stato laico, ma con radici cristiane, si deve cercare di rispettare tutti e tutte le confessioni, con un'educazione al dialogo interreligioso e interculturale, tenendo presente che l’università non è un luogo di culto. Ci sono luoghi preposti esternamente che possono venire incontro a tutte le esigenze spirituali. L’università si deve preoccupare di formare i futuri protagonisti del domani, non entrando a promuovere la sfera religiosa.
Se pur discutibile, diversa, invece, l’iniziativa dello scorso anno promossa dall’Università di Firenze, che ha aperto una “Stanza del silenzio”, dedicata ai rappresentanti delle diverse confessioni, proprio per puntare sull'educazione al dialogo interreligioso e interculturale. Stessa iniziativa si poteva realizzare a Catanzaro, nella consapevolezza che l’Università si deve preoccupare di formare i futuri protagonisti del domani, non entrando a promuovere la sfera religiosa.
Adesso è opportuno che lo stesso spazio l’Università di Catanzaro lo possa trovare per le altre confessioni religiose presenti sul territorio, senza discriminare nessuno, evitando che si promuovano estremi di proselitismo".
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