E' morto in carcere a Rebibbia Rosario Leonetti, 58 anni, originario della Calabria.
Il fatto risalirebbe al 14 ottobre scorso. Ma la famiglia chiede di far luce sulle cause e presenta una denuncia ai carabinieri della stazione di Cirò Marina, nel Crotonese.
La figlia, Emanuela Leonetti, ha messo al corrente l'autorità giudiziaria "del delicato stato di salute" in cui versava il detenuto, "cardiopatico in cura farmacologica per scompensi cardiaci, coadiuvato da un macchinario fornito dall'amministrazione penitenziaria col fine di evitare apnee notturne".
Delle dinamiche della morte e dell'ubicazione della salma, però, i familiari non sarebbero stati messi al corrente, come hanno denunciato ai militari dell'Arma.
"Secondo quanto riferitomi da mio padre, era in programma un non meglio precisato intervento chirurgico da effettuarsi all'esterno della Casa Circondariale", riferisce la figlia dell'uomo.
"So che mio padre, preoccupato per la propria situazione, tramite il proprio avvocato chiedeva al carcere copia della cartella clinica", prosegue.
La morte di Rosario Leonetti, però, ha spinto ora la famiglia tramite il legale di fiducia Antonio Lomonaco a capire le dinamiche del grave peggioramento dello stato di salute dell'uomo.
I parenti hanno chiesto all'autorità giudiziaria di Roma - dopo non aver ricevuto risposta dall'amministrazione penitenziaria - il sequestro della salma al fine di conoscere le cause del decesso.
Stando a quanto riferito dalla famiglia, neppure la Procura della Repubblica di Catanzaro sarebbe stata a conoscenza del luogo di collocamento della salma di Leonetti.
"Temo che dietro la sua morte prematura possano celarsi delle responsabilità e pertanto insisto affinché l'autorità giudiziaria provveda senza ulteriore indugio a sequestrare la salma", fa sapere la figlia Emanuela.
Sommarie e iniziali informazioni, infatti, hanno poi messo a conoscenza la famiglia del fatto che la salma si trovasse al Policlinico universitario della Sapienza, a Roma, a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Tuttavia, come la stessa figlia afferma nella denuncia, il Sostituto Procuratore Pietro Polidori avrebbe scritto che "la salma è a disposizione dei familiari" e che "non si procede al sequestro della stessa".
Ma proprio i familiari, a questo punto, chiedono lumi sulla vicenda e vorrebbero che l'autorità giudiziaria facesse invece le verifiche del caso, procedendo anche all'acquisizione della cartella clinica dagli uffici amministrativi della struttura carceraria della Capitale, al fine di conoscere cosa abbia portato al decesso di Rosario Leonetti, escludendo eventuali responsabilità.
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