
Per la prima volta in Italia si misurano biologicamente le cause ambientali del cancro in aree SIN.
L'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) annuncia il lancio del Programma Nazionale di Esposomica Oncologica Causale, una iniziativa scientifica senza precedenti che introduce in Italia un nuovo paradigma di sanità pubblica: dalla semplice sorveglianza statistica dei tumori alla dimostrazione biologica delle cause ambientali quale evoluzione scientifica e funzionale del Progetto Sentieri.
Con questa iniziativa, l'ONA propone all'Italia un modello allineato agli standard scientifici internazionali più avanzati, posizionando il paese tra i pionieri della prevenzione oncologica causale. La proposta introduce, per la prima volta nel sistema sanitario pubblico italiano, un livello biologico-meccanicistico. Livello di analisi non presente nei sistemi nazionali attuali. La presente iniziativa trae impulso dall'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA Roma)che ha promosso una riflessione strategica sulla necessità di superare l'approccio esclusivamente descrittivo nella tutela della salute dei cittadini residenti nei Siti di Interesse Nazionale (SIN).Tale proposta nasce dalla constatazione, maturata nell'attività istituzionale e di tutela collettiva dell'ONA, che nei territori a contaminazione ambientale complessa la sola sorveglianza epidemiologica non è più sufficiente a garantire una adeguata protezione della salute pubblica, nè a orientare in modo pienamente fondato le decisioni sanitarie e ambientali.
La proposta del Presidente Ezio Bonanni si fonda su una riflessione scientifica avanzata, sviluppata dal contributo scientifico del consulente ONA, dr. Pasquale Montilla, Oncologo medico orientata a integrare la dimensione giuridico-istituzionale della tutela dei diritti con una base biologica, superare l'asimmetria tra danno sanitario osservato e strumenti conoscitivi disponibili; promuovere un modello di sanità pubblica capace di intercettare le cause biologiche delle patologie oncologiche ambientali.
In tale contesto il coordinatore scientifico ONA dr. Montilla ha elaborato un Framework scientifico avanzato di esposomica oncologica casuale che consente di misurare direttamente nei tessuti umani l'impronta biologica cumulativa delle esposizioni ambientali e di correlare tale impronta a specifici meccanismi oncogenici, trasformando il rischio statistico in plausibilità biologica utile alla decisione pubblica.
Il Protocollo supera tre limiti strutturali della sanità pubblica ambientale tradizionale: Supera la stima indiretta dell'esposizione, sostituendola con la misurazione interna reale; supera la sola epidemiologia descrittiva, introducendo casualità meccanicistica; supera la dicotomia ambiente-malattia, integrandoli in un continuum biologico misurabile. Non rappresenta una estensione metodologica del Progetto Sentieri ma un cambio di paradigma epistemologico. La proposta consente di: ancorare l'azione istituzionale a evidenze biologiche, non solo statistiche; rafforzare la prevenzione primaria nei SIN; ridurre l'incertezza decisionale in materia di bonifiche e programmazione sanitaria; valorizzare un approccio di sanità pubblica causale, coerente con i più avanzati modelli internazionali.
I Progetti Sentieri hanno svolto un ruolo essenziale nella identificazione degli eccessi di rischio oncologico nei SIN. Tuttavia, per la loro stessa costruzione metodologica ,tali strumenti: operano su associazioni statistiche descrittive ; utilizzano proxy ambientali esterni; non consentono la dimostrazione della causalità biologica individuale. Nei SIN caratterizzati da esposizioni croniche multi -metallo, questo limite genera criticità decisionale per la prevenzione primaria, la programmazione sanitaria e la prioritarizzazione delle bonifiche. Il Protocollo Montilla è un Framework oncologico-esposomico causale, progettato per trasformare l'esposizione ambientale da variabile ipotetica a evidenza biologicamente misurabile.
Non si tratta di una singola tecnica, ma di una architettura metodologica multilivello, che integra: oncologia clinica; tossicologia ambientale; patologia molecolare, sanità pubblica decisionale. Finalità primaria. Trasformare l'esposizione ambientale da fattore ipotetico a variabile biologicamente misurabile. Il Protocollo poggia su tre assunti chiave: Centralità del corpo umano. Il corpo umano è la matrice integrativa finale dell'esposizione cumulativa, superiore a qualunque proxy ambientale. Il tumore come amplificatore biologico. La neoplasia non è solo un esito clinico, ma un sensore biologico che amplifica e rende leggibile il danno ambientale. Causalità biologica come prerequisito decisionale. Senza prova biologica, la prevenzione primaria e la prioriatizzazione delle bonifiche restano strutturalmente deboli.
Struttura Operativa del Protocollo:
Prevenzione molecolare esposomica (causalità anticipata).Obiettivo intercettare il danno prima della neoplasia clinicamente manifesta. Componenti tecniche: identificazione di biomarcatori precoci di esposizione, instabilità genomica, alterazioni epigenetiche, stress mitocondriale, stratificazione della popolazione residente in profili di vulnerabilità biologica, attivazione di interventi di prevenzione primaria mirata. Innovazione chiave: passaggio dalla diagnosi precoce alla intercettazione precoce del danno biologico .Obiettivo rendere il dato biologico governabile.
Autopsie oncologiche-ambientali mirate (causalità a posteriori) - Selezione di casi oncologici con storia di esposizione ambientale coerente; campionamento multiorgano standardizzato; analisi bioaccumulo tissutale. Output: casi sentinella biologici territoriali, aggregabili e comparabili. L’autopsia è intesa non come atto terminale, ma come procedura cognitiva di interesse pubblico, svolta nel pieno rispetto etico della salma, considerata corpo sacro. Le autopsie oncologiche-ambientali mirate non sostituiscono la sorveglianza esistente: la completano.
Tale protocollo operativo è progettato per ridurre l'incertezza decisionale, non nega Sentieri ma ne supera il punto di esaurimento decisionale introducendo ciò che l'epidemiologia non può fornire: la dimostrazione biologica. Il Protocollo proposto è già stato oggetto di valutazione e apprezzamento scientifico in contesti accademici avanzati, in particolare: Prof. Zucchetti (interlocuzioni scientifiche di alto livello),con affiliazioni accademiche e collaborazioni riconducibili a MIT Cambrige e Politecnico di Torino. Tale apprezzamento è da intendersi come valutazione scientifica qualificata del modello e rafforza il posizionamento della proposta come eccellenza scientifica nazionale con respiro internazionale.
E' stata riconosciuta la rilevanza del metodo ai fini della decisione sanitaria, superando la tradizionale frattura tra ricerca biologica e policy. Il modello è stato considerato scalabile e replicabile nei diversi contesti territoriali, caratteristica rara nei modelli ad alta complessità. Il protocollo è giudicato compatibile con l'azione dello stato, non conflittuale e privo di automatismi contenziosi. Tali valutazioni rafforzano la tenuta scientifica e istituzionale della proposta. L'iniziativa presentata introduce un approccio coerente con i più avanzati modelli di precision pubblic healt.
Accanto alla sorveglianza epidemiologica, vengono messi a disposizione strumenti in grado di chiarire i meccanismi biologici che legano ambiente e patologie oncologiche, rafforzando la prevenzione primaria e la qualità delle decisioni pubbliche. Sentieri ha indicato dove intervenire. L'esposomica oncologica indica finalmente perchè. Scegliere oggi questa integrazione significa governare il futuro della prevenzione oncologica ambientale, non subirlo. Il Protocollo è casual-driven, non descrittivo, è biologicamente fondato, non inferenziale, è eticamente blindato, è istituzialmente neutro, è esportabile come modello europeo. Il protocollo nasce esattamente dove Sentieri si ferma. Sentieri certifica il danno ma non lo riduce. Il protocollo si colloca come metodo clinico predittivo traslazionale.
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