di ANTONELLA SCALZI
Crotone si conferma meta del turismo crocieristico. È di ieri l’attracco in porto della nave Viking Cruises, ma, mentre il Comune dà risalto alla notizia e promette l’arrivo di altri giganti del mare nelle prossime settimane, i crotonesi non sembrano affatto entusiasti dell’andamento del turismo nella città pitagorica. Una rondine non fa primavera, dunque, in una città che potrebbe vivere di turismo, ma - a sentire chi ci vive - non lo fa.
Crotone città poco aperta al mondo: sembra essere questa la conclusione tratta da chi tra questi turisti agostani approdati a Crotone con la Viking Cruises sembra aver visto soltanto gente disorientata che «cercava invano di comunicare in inglese». Ed ecco che il problema della conoscenza di una lingua riconosciuta in tutto il mondo riemerge in Calabria come una spada di Damocle pronta a smorzare gli entusiasmo di un turismo che prova a fare la differenza, ma si arena dinnanzi al muro della comunicazione. «Se Crotone vuole essere una città turistica l'inglese è essenziale», così i crotonesi chiudono la porta in faccia all’approssimazione e azzardano paragoni con un’altra regione del Sud, la Campania, dove - spiega qualcuno - «anche i camerieri dei ristoranti parlano fluentemente l’inglese». Eppure anche a Crotone sono stati messi a disposizione dei commercianti corsi gratuiti di lingua nella consapevolezza - espressa da chi sulle navi da crociera ci lavora - che «anche nelle zone più remote del mondo ormai si parli inglese». Ovunque, ma non a Crotone e non in Calabria perché le polemiche pitagoriche sembrano calzare a pennello in una regione che non destagionalizza e non valorizza le bellezze mozzafiato che la caratterizzano e che hanno portato Jovanotti a definirla «la California d’Italia».
L’arrivo della nave da crociera Viking Cruises, insomma, doveva essere motivo d’orgoglio ed è invece diventata uno specchietto per le allodole che ha messo a nudo una realtà dove i risultati non sono all’altezza delle aspettative, una realtà che fa anche i conti con retribuzioni troppo basse per pretendere competenze da turismo a cinque stelle. Inglese a parte, a Crotone in pochi sembrano conoscere gli orari di apertura al pubblico del museo e del castello. Le visite guidate sembrano una chimera e la città finisce nel mirino di chi non vede spirito imprenditoriale turistico e un coordinamento competente, di chi pretende programmazione turistica, ma resta a bocca asciutta. La vera matassa da dipanare, però, è a monte perché il turismo che non decolla diventa una propizia occasione per chiedere quelle accortezze che renderebbero migliore anche la vita dei residenti: una migliore pulizia delle strade, più vigili sul territorio e una viabilità meno complicata. Ed ecco che i dibattiti sui grandi temi finiscono puntualmente per essere soffocati da problemi più spiccioli che, però, lavorano alacremente per minare alla base le possibilità di sviluppo che la Calabria intera ha, ma non riesce proprio a rilanciare.
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