'Ndrangheta a Taurianova, intesta un bar ai cugini per evadere controlli patrimoniali: tre misure cautelari

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  05 febbraio 2020 11:34

Nelle prime ore della mattinata odierna i Carabinieri della Compagnia di Taurianova hanno dato esecuzione ad una misura cautelare personale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di 3 persone ( di cui una degli arresti domiciliari e due obblighi di dimora e di presentazione alla P.G) ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di intestazione fittizia di un esercizio commerciale di Taurianova, denominato “Crema & Cioccolato”, quest’ultimo sottoposto alla misura cautelare reale del sequestro preventivo.

La misura cautelare degli arresti domiciliari è stata applicata a ZAGARI Pasquale, 58enne pluripregiudicato di Taurianova, esponente della nota e giudiziariamente riconosciuta cosca di ‘ndrangheta denominata “ZAGARI-FAZZALARI-VIOLA” , già condannato per gravi reati, anche associativi, e già destinatario di misure di prevenzione personali.

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L’obbligo di dimora nel comune di residenza e di presentazione alla P.G. è stato invece emesso dal Tribunale di Palmi nei confronti dei cugini:

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RUSSO Giovanni, imprenditore 48enne di Taurianova;

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RUSSO Gianfranco, operaio 40enne di Taurianova.

Il provvedimento cautelare conclude un’attività investigativa  condotta nel 2018 dalla Stazione Carabinieri di San Martino di Taurianova, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal Procuratore Capo Dott. Ottavio Sferlazza, che ha permesso di accertare, attraverso attività tecniche di intercettazione ma anche mediante indagini tradizionali di osservazione, pedinamento, videoriprese e analisi documentali, come l’apertura e la gestione di un noto bar/ricevitoria di Taurianova, denominato “Crema&Cioccolato”, formalmente intestato al RUSSO Giovanni,  fosse in realtà riconducibile anche a ZAGARI Pasquale, la cui contitolarità è stata volontariamente celata per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

L’indagine, infatti,  ha permesso di ricostruire come tra il 2017 e il 2018, RUSSO Gianfranco volesse cedere la sua licenza per rivendita tabacchi ad altri e tale vendita era direttamente connessa all’apertura di un nuovo locale a Taurianova da parte di un tale “Pasquale”, poi identificato nello ZAGARI. In realtà tale cessione non è mai formalmente avvenuta perché nell’acquisizione si sono introdotti il RUSSO Giovanni, cugino di Gianfranco, e sua sorella,  formalmente cointestataria, almeno fino al luglio 2018,  del nuovo esercizio commerciale. Nonostante tale stratagemma, l’attività di indagine ha consentito di evidenziare compiutamente come ZAGARI Pasquale si preoccupasse costantemente dei lavori da svolgere, dei mobili da acquistare, degli infissi e altri aspetti organizzativi, burocratici e gestionali di quello che lui stesso definiva il “suo bar”,  che frequentava costantemente, oltre ad essere regolarmente aggiornato sugli eventi del locale ed anche interessato a ripetuti scambi di denaro.

Nonostante i vari accorgimenti e le attenzioni poste in essere dagli indagati al fine di eludere le investigazione, è emerso con chiarezza come gli stessi, consapevolmente, avessero posto una serie di compravendite di licenze,  al fine di aprire e poi gestire il bar, ricevitoria e rivendita tabacchi “Crema&Cioccolato” di fatto di proprietà di ZAGARI Pasquale e RUSSO Giovanni, legati da rapporti di amicizia e frequentazione, in modo tale da occultarne la titolarità del noto esponente della locale criminalità organizzata, al fine di evitare e prevenire provvedimenti ablativi a suo danno.

Il locale commerciale, per tutta la vicenda delittuosa ricostruita, è stato sottoposto a sequestro preventivo finalizzato alla confisca, su disposizione del Tribunali di Palmi.

 Zagari, al termine delle formalità di rito, è stato ristretto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari.

Gli odierni indagati dovranno quindi rispondere a processo del reato di trasferimento fraudolento di valori, introdotto al fine di perseguire l’interesse dello Stato ad impedire che persone sottoposte a misure di prevenzione possano continuare a fruire dei patrimoni illecitamente accumulati e reinvestiti,  anche attraverso eredi o prestanome.

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