'Ndrangheta, affiliati a due clan e imprenditori collusi nell'inchiesta della Dda di Catanzaro

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images 'Ndrangheta, affiliati a due clan e imprenditori collusi nell'inchiesta della Dda di Catanzaro

  22 febbraio 2024 10:31

di STEFANIA PAPALEO

Boss e picciotti di due clan operanti su un vasto territorio del Catanzarese a braccetto con imprenditori collusi e operatori turistici in odor di 'ndrangheta. L'inchiesta della Dda di Catanzaro che, alle prime luci di oggi, ha portato a 22 arresti, ha messo in ginocchio le due consorterie che erano riuscite a riorganizzarsi dopo l'operazione Jonny, dando vita a una nuova stagione criminale finalizzata  a tenere in vita l'operatività delle cosche di riferimento. Nella rete degli inquirenti, dunque, sono finiti i membri dei sodalizi Catarisano (operante tra Roccelletta di Borgia, Borgia, Cortale, Girifalco e zone limitrofe, nonché nelle aree industriali di San Floro e Germaneto di Catanzaro) e Bruno (egemone nei territori di Vallefiorita, Amaroni, Squillace e aree limitrofe), portando alla luce centinaia di episodi criminosi  relativi a estorsioni, minacce, danneggiamenti, traffico di armi e droga, fabbricazione di ordigni esplosivi e sequestro di persona, riferibili alle accuse più gravi di associazione di tipo mafioso armata e concorso esterno in associazione mafiosa, e altri gravi reati, .
LEGGI QUI IL BLITZ DI STAMATTINA CON I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI

Banner

LE MISURE CAUTELARI
A finire in carcere sono stati Bruno Abbruzzo, Pietro Abbruzzo, Stefano Bevilacqua, Paolo Bova, Francesco Bruno, Massimo Citraro, Rocco Ceravolo, Giuseppe Cristofaro, Davide Cristofaro, Nicholas Fioravante Cristofaro, Adrian Domianov Dimitrov, Gennaro Felicetta, Sandro Ielapi, Paolo Lanzellotti, Simone Macario, Antonio Paradiso, Sandro Stilo, Vincenzo Tolone, Danilo Vitellio. Agli arresti domiciliari figurano  Luciano Babbino, Francesco Migliazza, Ilario Sestito.

Banner

GLI IMPRENDITORI RITENUTI COLLUSI
Dietro le sbarre, dunque, anche gli imprenditori Paolo Bova (classe 69) attivo nella lavorazione dei rifiuti/campo oleario e Paolo Lanzellotti (classe 76) nel settore turistico/ristorazione, entrambi di Amaroni, ritenuti dagli inquirenti imprenditori collusi che, pur pagando il pizzo, avrebbero conseguito e fornito benefici al clan Bruno, nell'ambito di un rapporto dinamico e continuativo, e gli imprenditori edili Massimo Citraro (classe 66) di Borgia, Sandro Stilo (class 69) di Squillace e Vincenzo Tolone (classe 78) di Girifalco vicini al clan Catarisano.

Banner

In campo i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catanzaro con il supporto dei militari della Legione Calabria, appartenenti ai comandi territorialmente competenti, dei Carabinieri “Cacciatori” di Calabria, del Nucleo Cinofili e dell’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia. Sono stati loro a bussare alla porta degli indagati, con in mano l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro Maria Cristina Flesca, su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata dal procuratore Vincenzo Capomolla.

La gravità indiziaria, conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato l’attuale organigramma dei due sodalizi, ricadenti sotto l’influenza delle locali di ‘ndrangheta di Cutro e Isola Capo Rizzuto, nell’alternanza dei rispettivi equilibri criminali, nonché le plurime attività illecite attribuite, rispettivamente, agli indagati con riguardo, in particolare, ai delitti di estorsione ai danni di imprenditori del settore edile, boschivo ed eolico, nonché ai delitti in materia di stupefacenti, del tipo cocaina e marijuana.

In tale contesto, nell’ordinanza cautelare, nei confronti degli indagati, riconducibili, rispettivamente, alla due cosche di ‘ndrangheta,  e attinti dalle misure adottate, è stata ritenuta, allo stato, la gravità indiziaria, tra l’altro, con riferimento, rispettivamente, a plurimi atti incendiari, a vicende estorsive, tentate e consumate, ai danni di attività commerciali e di imprenditori, il tentativo di importazione di ingente quantità di marjuana ed eroina dalla Bulgaria, il furto in abitazione commesso ai danni dei genitori di un collaboratore di giustizia.

Nel corso delle perquisizioni di oggi, inoltre, uno degli indagati è stato trovato in possesso di una pistola berretta cal. 6.35 con matricola abrasa, caricatore inserito e colpo in canna.

IL COLLEGIO DIFENSIVO
Gli avvocati impegnati nella difesa degli indagati sono: Vittoria Aversa, Andrea Amato Conte, Salvatore Iannone, Giampiero Mellea, Saverio Loiero ed Eugenio Perrone. 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner