Alcune richieste di ricusazione di due giudici del collegio Corte d’Appello di Catanzaro, che sta celebrando a Catania il maxiprocesso Rinascita Scott contro i clan del Vibonese, sono state presentate dai difensori di alcuni imputati ritenendo che due togati abbiano già giudicato diversi imputati in altri procedimenti penali e siano perciò incompatibili con la trattazione del processo. La ricusazione è arrivata dopo il mancato accoglimento dell’invito all’astensione dal processo formulato dai difensori nei confronti dei giudici.
In particolare, la richiesta di ricusazione della presidente della Corte, Loredana De Franco, e del giudice Ippolita Luzzo è stata formulata dall’avvocato Tiziana Barillaro per l’imputato Giuseppe Fortuna, di Filogaso (condannato in primo grado a 17 anni), dall’imputato Salvatore Mazzotta di Pizzo (condannato in primo grado a 23 anni) con gli avvocati Sergio Rotundo e Luca Cianferoni, dall’imputato Orazio Lo Bianco di Vibo (condannato in primo grado a 22 anni) con gli avvocati Cianferoni e Stefano Luciano, e dall’imputato Giovanni Giamborino di Piscopio (condannato in primo grado a 19 anni e 6 mesi) con l’avvocato Alessandro Diddi.
Sulla ricusazione deciderà il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro. Gli imputati in appello del maxiprocesso Rinascita Scott (troncone ordinario) sono in totale 235 e rispondono, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, rapina, usura, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, corruzione, favoreggiamento, detenzione illegale di armi e narcotraffico.
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