Un'organizzazione articolata di 'Ndrangheta. Un'organizzazione dove ognuno aveva un ruolo e un compito. Un'organizzazione che esercita la sua influenza nella provincia di Catanzaro partendo dal confine a sud di Squillace fino alla provincia nord di Reggio Calabria (Monasterace e territori limitrofi); ma anche sulla Provincia di Roma sud, ad Anzio e territori limitrofi; in Toscana, nelle province di Firenze e Arezzo; in Piemonte, nella provincia di Torino. Un'organizzazione secondo gli inquirenti finalizzata, grazie alla forza intimidatrice del vincolo associativo al controllo del territorio e alla commissione di una serie di delitti, che vanno dalle estorsioni ai danneggiamenti, alla detenzione e porto illegale di armi, al traffico di sostanze stupefacenti, e alla gestione, diretta o indiretta di attività economiche e all'ingerenza nella vita politica locale.
Questo quanto emerge dall'operazione che stamattina ha portato all’applicazione di 44 misure cautelari nell’operazione contro la 'Ndragheta coordinata dalla Dda di Catanzaro ed eseguita dai carabinieri colpendo in particolare cosche attive sulla costa del Basso Jonio Catanzarese. Tra le accuse contestate associazione di tipo 'ndranghetistico, traffico di armi e plurimi reati contro la persona e scambio elettorale politico mafioso.
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Al vertice dell’associazione, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ci sarebbe Cosimo Damiano Gallace. Lui, che, secondo le accuse continuava a gestire le attività della cosca, anche dopo la di carcerazione del 25 novembre 2020 dando disposizioni per intessere alleanze, per curare rapporti e per gestire il traffico internazionale di stupefacenti. Lui, che avrebbe pianificato le attività estorsive. Lui, che dirimeva controversie e dava disposizioni per il sostegno delle famiglie dei carcerati.
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