di ALESSIA DE SANTO
Muore nel carcere di Parma il boss della ndrangheta Ettore Lanzino. Il boss mafioso cosentino di 69 anni, malato ormai da tempo e dal 2012 in regime di 41 bis, si trovava dietro le sbarre per scontare una condanna all'ergastolo.
Il boss era rimasto coinvolto nell'operazione "Tela di ragno" dei carabinieri di Cosenza, in cui sono state indagate 250 persone, con arresti eseguiti tra Calabria, Lombardia e Veneto. Operazione che riuscì a far luce sulla faida in auge da più di cinque anni e con indagini anche su delitti risalenti al 1973, 1993 e 2008.
Lanzino stava scontando l'ergastolo con sentenza definitiva per gli omicidi di Francesco Bruni, Vittorio Marchio e Marcello Calvano e a trent'anni per la uccisione di Enzo Pelazza. Cresciuto sotto l'ala di Franco Pino, divenuto poi presunto boss della ndrangheta calabrese e principale indagato nell'operazione dei carabinieri di Cosenza con l'esecuzione di 63 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di presunti appartenenti a cosche del posto ed altre regioni.
Nonostante ormai in carcere da diversi anni, si presume avesse ancora il modo di tirare i fili dei suoi burattini all'esterno, tant'è che fu incriminato nell'ultima maxioperazione della Dda di Catanzaro denominata "Reset", che ruotava intorno ai reati di associazione mafiosa, omicidi, tentati omicidi, usura ed estorsione. In particolare sono stati ricostruiti 12 omicidi e tre tentati omicidi.
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