'Ndrangheta nel Crotonese, i locali della movida in mano ai Megna

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  10 dicembre 2025 13:33

I locali della movida sul lungomare crotonese erano per la gran parte nelle mani della cosca di Papanice, capeggiata dal boss Mico Megna, e i tre uomini arrestati questa mattina dalla Guardia di Finanza facevano capo alla consorteria. LEGGI QUI

E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale Piero Agosteo su richiesta della Dda di Catanzaro che ha portato in carcere i crotonesi Gianluca Pennisi, 50 anni, e Gaetano Russo, 45 anni, mentre è stato sottoposto ai domiciliari Nicola Siniscalchi, di 49 anni, accusati di associazione mafiosa, intestazioni fittizie, concorrenza sleale.

L’operazione della Finanza, denominata Cassandra, ha preso le mosse da un’altra inchiesta della Dda portata a termine nel 2023, Glicine-Acheronte, che già aveva svelato i forti interessi della cosca di Papanice nel settore del food and beverage e gli investimenti effettuati sul lungomare di Crotone con un sofisticato meccanismo di intestazioni fittizie attraverso cui la cosca controllava in maniera occulta bar e ristoranti. Secondo gli inquirenti, in particolare, Pennisi e Siniscalchi, considerati il braccio operativo del clan Megna, e con l’apporto dell’imprenditore Siniscalchi avrebbero attuato una vera e propria “occupazione del tessuto economico crotonese” e in particolare dei locali della movida, a cominciare dal ristorante la Cambusa passando per i bar Gyn Lab e Ego Caffè e il locale Uramare, tutti formalmente intestati a terzi, per finire con il lido Makai.
 Quando poi non riuscivano ad accaparrarsi la gestione dei locali, gli esponenti della cosca passavano alle maniere forti. Come nel caso del Mida, reo di aver aperto i battenti accanto ad un esercizio gestito dal clan, il cui titolare sarebbe stato costretto a non servire bevande al banco, non prima di aver subito danneggiamenti e incendi. A corroborare l’attività investigativa anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Come quella del pentito Francesco Oliverio, a detta del quale Pennisi “dopo la sua uscita dal carcere, si occupa di condurre locali commerciali. Attualmente gestisce una decina di bar. Acquisisce la gestione dei locali e provvede all’organizzazione delle serate per conto della cosca di Papanice”.


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