‘Ndrangheta. Recordare con un Cavaliere di Malta: “Opere umanitarie per giustificare riciclaggio”

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  27 novembre 2020 19:56

Riciclare i soldi delle mafie "giustificandoli con finanziamenti per opere umanitarie che, in realtà, non sarebbero mai state finanziate". È quanto emerge dalle intercettazioni inserite nell'inchiesta su riciclaggio internazionale coordinata dalla Procura di Reggio Calabria e che vede indagato Roberto Recordare.

Nell'informativa redatta dalla squadra mobile nel 2018, sono emersi i contatti tra l'imprenditore di Palmi e un soggetto catanese "appartenente all'ordine dei Cavalieri di Malta". Quest'ultimo, nel settembre 2017, ha spiegato a Recordare come funziona il sistema: "Noi siamo una piattaforma. - sono le sue parole - Una piattaforma è una società che fa programmi umanitari… noi investiremo i vostri soldi in acquisto titoli. Si fa la prima volta… la seconda volta… la metà, la terza volta e poi mai più finché non si scarica tutto. Ma sempre dicendo che investiamo in titoli per opere finalizzate ad opere umanitarie… ma siamo qui per fare business".

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I due parlano anche di "progetti umanitari presso l'Agenzia dell'Onu: "Attualmente in via di realizzazione ne abbiamo quattro. Imponenti… fra cui una dica… può immaginare quanto viene a costare una dica". Stando alle intercettazioni, il rappresentante dell'Ordine dei Cavalieri di Malta "stava conducendo - scrivono gli investigatori - una operazione analoga a quella che stava perfezionando con Roberto Recordare che vedeva implicato lo Stato Vaticano". Nell'inchiesta sul riciclaggio, inoltre, sono emerse "operazioni finanziarie tra Roberto Recordare e il governo Afgano".

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Tra queste operazioni, stando a una conversazione intercettata dalla squadra mobile, c'era quella delle case per i 30mila rifugiati che dovevano essere costruite in Afganista su un'area dei "signori della guerra".

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