Riprenderà il prossimo 20 aprile dinnanzi alla Corte d‘Assise d’Appello il processo "'Ndrangheta Stragista" nel quale sono imputati il boss di Cosa nostra Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, esponente della 'ndrangheta, già condannati all’ergastolo in primo grado quali mandanti del duplice omicidio dei carabinieri Vincenzo Fava e Antonino Garofolo, avvenuto il 18 gennaio del 1994 nei pressi di Scilla. L'udienza odierna è stata rinviata per un difetto di notifica.
Oggi sarebbe dovuto comparire in aula il collaboratore di giustizia Antonino Parisi, 64 anni, originario di Caronia (Me), che in una deposizione del 2013 rilasciata al Procuratore aggiunto della Dda, Giuseppe Lombardo, aveva riferito di avere appreso da un altro detenuto nel carcere di Padova “in possesso di numeri di telefono del Sismi”, particolari riguardanti il rinvenimento nell’ottobre del 2004 di esplosivo in uno dei bagni del comune di Reggio Calabria”, amministrazione allora guidata dall’ex presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. Un episodio dai contorni non ancora chiariti, anche perché - si scoprì nel corso della rimozione dell’ordigno - il tritolo non poteva esplodere per mancanza dell’innesco.
Proprio in quel periodo, secondo quanto riferito da Antonino Parisi, “nell’anno 2004, mese di novembre, tre o quattro giorni prima che l’onorevole Berlusconi arrivasse a Reggio Calabria, un appartenente al Sismi decideva di simulare un attentato al sindaco di allora Giuseppe Scopelliti”.
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