Il gup distrettuale di Catanzaro, a conclusione del processo con rito abbreviato, ha condannato ad otto anni di reclusione il collaboratore di giustizia Francesco Tornicchio, ritenuto uno degli autori di un omicidio di ndrangheta commesso 24 anni fa. Il giudice ha invece assolto, per non aver commesso il fatto, Mario Giuseppe Fazio che era stato indicato proprio da Tornicchio come l’esecutore materiale del delitto.
Quello, in particolare, di Giuseppe Castiglione, scomparso nel nulla il 29 gennaio del 2000 quando si allontanò dalla sua casa di Strongoli, nel crotonese, a bordo di un ciclomotore che venne poi ritrovato abbandonato nella frazione Marina, ma nessuna traccia dell'uomo che all'epoca aveva 35 anni.
Gli inquirenti classificarono subito la scomparsa come lupara bianca considerato che Castiglione era ritenuto affiliato ad una cosca entrata in contrasto con quella predominante dei Giglio. Il pentito Tornicchio è stato ritenuto inattendibile dal GIP anche sulla scorta di una precedente sentenza della corte d’appello di Catanzaro che lo ha ritenuto a sua volta inattendibile in un processo per un altro omicidio di Ndrangheta nel quale il pentito accusava ancora una volta Fazio.
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