"Nero su nero. Le miserie calabresi, specchio fedele di noi miserabili elettori"

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Francesco Di Lieto
  05 dicembre 2019 20:08

di FRANCESCO DI LIETO*

Alle accuse di pessimismo, Sciascia ebbe a rispondere, in maniera lapidaria, con il titolo del suo splendido “zibaldone”: Nero su nero. Ovvero la nera scrittura sulla nera pagina della realtà. Ma quale pessimismo, solo realtà. Niente di più attuale. E parafrasando il grande scrittore potremmo dire che “la Calabria quest’anno è popolata da mostri”. È davvero paradossale, infatti, che - nonostante manchi poco più di un mese al voto - non si abbiano notizie dei candidati alla carica di Governatore.
Assurdo se si pensa che, in fondo, si sarebbe dovuto votare già lo scorso novembre. Ed invece assistiamo a riunioni, summit, incontri, più o meno segreti e quasi tutti lontani dalla Calabria, che la dicono lunga sul grado di autonomia e di indipendenza che avrà chi, tra qualche giorno, sarà chiamato a guidare la nostra regione. Non sarà certo una passeggiata, visto che si tratta della regione che tutti gli indicatori sociali concordano nel relegare all’ultimo posto d’Europa. Non è un caso che un’indagine condotta dalla Commissione Europea sulla qualità della Pubblica Amministrazione a livello territoriale, dopo aver analizzato la qualità dei servizi pubblici, l’imparzialità ed i fenomeni corruttivi, abbia “premiato” la Calabria come la regione dove la Pubblica Amministrazione funziona peggio. A dire il vero di essere portatori di queste eccellenze, noi calabresi, ne avevamo il sospetto.
Tuttavia i nostri statisti si trastullano rivisitando il manuale Cencelli per spartirsi ciò che resta di questa regione. Uno scenario grave, quindi, ma non serio. Certo dinnanzi ad un disastro così eclatante, il silenzio sarebbe d’oro. Invece sentiamo pontificare tromboni, vecchi e stantii, mossi esclusivamente dalla smania di conservare poltrona e indennità.

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Pensiamo al centrodestra. È commovente leggere accorati interventi di chi, qualche tempo addietro, si stracciava le vesti per sostenere il candidato Scopelliti e per decantare quell’eccellenza del “modello Reggio”. Su come andò a finire l’era Scopelliti è preferibile glissare, non foss’altro che per il doveroso rispetto verso un uomo che, soltanto da poche ore, ha potuto lasciare il carcere, avendo ottenuto la semilibertà.
Tuttavia, senza alcuna vergogna e senza il benché minimo imbarazzo, quegli stessi esperti sono oggi a caldeggiare il “modello Cosenza”.
Sperando che i Calabresi, alla fine, saranno pronti ad ingoiare anche il questo rospo. Poi ci sono destrosi “moderni”. Quelli che guardano a Salvini come il salvatore della patria. Ovviamente il problema della Calabria non sono i leghisti …semmai quelli che votano lega. Praticamente è come se il vitello facesse campagna elettorale per il macellaio. In fondo se siamo arrivati ad eleggere uno che fino a qualche anno addietro ci vomitava addosso di tutto, vuol dire che meritiamo di essere trattati per ciò che siamo. Ma oggi l’odio si è spostato un po più a sud e, quindi, per sottolineare la voglia di cambiamento, i “calabro-padani” propongono Abramo. Un segnale di discontinuità con un uomo nuovo. Abramo, in fin dei conti, è una figura mitologica, metà uomo e metà fascia tricolore, visto che è sindaco di Catanzaro dal secolo scorso. Però sarebbe fantastico vederlo a Pontida, inneggiare all’unità dei popoli padani con il suo accento tipicamente lombardo.

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Dall’altra parte c’è Oliverio che è, senza alcun dubbio, un grandissimo affabulatore. Da 40 anni riesce a stare a galla e farsi mantenere dai Calabresi.  Un mito. Sindaco, Assessore, Presidente di Provincia, Governatore, Parlamentare… Pensate, nel 1980 era già consigliere regionale.
Eppure da 40 lunghi anni riesce, senza imbarazzo, a coniugare i verbi al futuro, spiegando cosa riuscirà a fare nei prossimi anni, quando gli rinnoveremo, per l’ennesima volta, la fiducia. Magari, dopo 40 anni, sarebbe meglio evitare le promesse e tracciare un bilancio di ciò che si è fatto.
Ma il termine “bilancio” è assai indigesto per il Governatore, visto che appena due settimane addietro la sua stessa Giunta non è riuscita ad approvare il bilancio. Di certo Oliverio ed i suoi disperati tentativi di restare aggrappato alla poltrona, giungendo fino a rinviare di due mesi la scadenza naturale del consiglio regionale, provocano una enorme tristezza. Così come l’appello per le primarie, che, a questo punto, potrebbero tranquillamente svolgersi dopo il voto. Il sintesi il trionfo della solita politica del “tirare a campare”.Intanto domani arriva il Segretario Zingaretti ad incoronare Pippo Callipo, nella segreta speranza che il centrodestra non  finisca per convergere su Wanda Ferro, perché in questo caso il candidato del PD potrebbe avere un ritorno di fiamma e sostenere la Ferro come, del resto, ebbe a fare cinque anni addietro.

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Poi c’è il Movimento 5 stelle. Peccato. Dopo il clamoroso e, forse, addirittura inatteso, successo ottenuto alle politiche (43,39 %), si pensava avessero tempo e voglia di lavorare sul territorio per offrire ai Calabresi la possibilità di votare qualcosa di diverso, magari di pulito. Sbaglierò, ma questa possibilità è stata sacrificata nella speranza di arrabattare un misero 4%. Nulla di nuovo sotto il sole, quindi. Questo è il nero scenario che ci attende per le prossime competizioni regionali. Ma queste miserie non sono altro che lo specchio fedele di noi miserabili elettori. Perché questa classe dirigente è ciò che noi calabresi votiamo e vogliamo. Ed anche chi non si reca alle urne, perché non riesce più a turarsi il naso, finisce per contribuire ad ingrassare questi soggetti. Del resto questa classe dirigente non ha occupato manu militari la nostra regione, ma ha sempre ottenuto un larghissimo consento. Ammettiamolo, siamo un popolo geneticamente predisposto alla genuflessione, pronto a osannare il vincitore, chiunque esso sia, per poi correre subito a chiedere aiuti e favori. Siamo affetti dalla sindrome di Stoccolma, votiamo i nostri oppressori. E così, in questo terreno culturalmente infetto, in queste ore si lavora per raccattare candidati capaci di garantire la sopravvivenza del nulla. Per quanto mi riguarda preferisco rimanere un ingenuo sognatore che testardamente spera sia possibile fare un po' di pulizia in questa dannata regione dove finanche le tariffe dell’acqua sono illegittime.

*candidato governatore

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