Nessuno controllava le informazioni antimafia sulle ditte, arriva la "contromisura" dei commissari dell'Asp

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I commissari dell'Asp di Catanzaro. Da sinistra Salvatore Gullì, Franca Tancredi e Domenico Bagnato
  11 ottobre 2019 14:50

di GABRIELE RUBINO

La prima mossa della commissione prefettizia dell’Asp di Catanzaro è una contromisura ai “rilievi” contenuti nella relazione della Prefettura con cui è stato motivato lo scioglimento dell’ente. La terna, composta da Domenico Bagnato, Franca Tancredi e Salvatore Gullì, ha adottato “un atto di indirizzo in materia di documentazione antimafia”.  Nella relazione (Leggi qui i dettagli) veniva criticato il fatto che l’Asp non facesse adeguati controlli alle imprese contraenti “dimenticandosi” di consultare le informazioni della Banca Dati Nazionale Antimafia. La commissione d’accesso aveva messo in rilievo come erano stati svolti soltanto tre controlli, ma nessuna richiesta «per imprese a vario titolo anche contigue alle cosche». Inoltre, il precedente funzionario, in possesso delle credenziali d’accesso, era stato spostato in un altro ufficio (dopo il coinvolgimento nell’inchiesta “Quinta Bolgia”) e l’Asp non aveva provveduto alla sua sostituzione. Per combattere la gestione «superficiale», come definita dal Prefetto, i commissari hanno così stabilito delle stringenti regole.

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LE REGOLE FISSATE DAI COMMISSARI: I CONTROLLI ANTIMAFIA SVOLTI DAI RESPONSABILI DELLE UNITA’ OPERATIVE- L’obbligo di controllo è posto in capo non più su un singolo funzionario ma su ciascun responsabile delle unità operative che procede all’aggiudicazione di un appalto o alla concessione di erogazioni «indipendentemente dal valore economico degli stessi». Dovrà consultare la banca dati antimafia prima della firma del contratto. Ovviamente non si firmerà nulla se risulta essere pendente su un’impresa un’interdittiva antimafia. Se ciò si materializza in un momento successivo allora si procederà con la revoca delle concessioni o con la rescissione dei contratti. Solo nel caso di somme urgenze si potrà effettuare l’affidamento «anche in assenza di informazioni antimafia». La deroga all’obbligo di revoca è prevista soltanto nel caso di lavori in corso di ultimazione o di forniture essenziali per l’interesse pubblico che non possono essere sostituiti in breve tempo. 

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