Niko Pandetta lascia il carcere di Uta e va in comunità terapeutica in Calabria

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Dopo la scarcerazione dal carcere di Uta, Niko Pandetta inizia un percorso di reinserimento nella cooperativa calabrese Lavoltabuona

  30 ottobre 2025 20:47

di GUGLIELMO SCOPELLITI

La nuova vita di Niko Pandetta passa dalla Calabria, più precisamente dal cuore della Piana di Gioia Tauro. Il cantante neomelodico catanese, scarcerato negli scorsi giorni, ha lasciato il carcere di Uta, in provincia di Cagliari, per essere trasferito in una comunità terapeutica gestita dalla cooperativa sociale Lavoltabuona di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria. Pandetta è ospite in una stanza della struttura, dove trascorrerà almeno tre mesi in prova, con la possibilità che il suo soggiorno possa essere ulteriormente prolungato.

L’artista, il cui vero nome è Vincenzo Pandetta, è nipote di Salvatore “Turi” Cappello, storico boss della mafia catanese attualmente detenuto al 41 bis. Condannato a 4 anni e 5 mesi di reclusione per reati legati allo spaccio di stupefacenti, dovrà ora espiare il residuo della pena in comunità, con fine pena previsto per la fine del 2027.

Nel corso degli anni Niko Pandetta ha costruito una carriera musicale controversa, segnata da un linguaggio provocatorio e da testi che hanno spesso suscitato polemiche per i riferimenti al mondo criminale e alla vita di strada. Tra i suoi brani più noti figurano “Pistole nella Fendi”, “Bella vita”, “Nun mi pento” e “Maria Maria”, che insieme hanno raccolto milioni di visualizzazioni su YouTube e lo hanno reso uno dei volti più riconosciuti della scena neomelodica e trap del Sud Italia.

Negli ultimi mesi il suo nome era tornato al centro dell’attenzione mediatica, in particolare nel maggio scorso, quando durante un concerto a Catania il trapper Baby Gang aveva effettuato una videochiamata in diretta proprio con Pandetta, all’epoca detenuto.

Adesso, lontano dai riflettori e immerso in un percorso di recupero nella cooperativa Lavoltabuona, il cantante dovrà dimostrare la volontà concreta di lasciarsi alle spalle il passato e di costruire, passo dopo passo, una nuova identità fuori dal carcere.


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