Antonio Albi, sindaco di Nocera Terinese, si è dimesso questa mattina. Insieme a lui anche tutti i consiglieri di maggioranza.
La decisione è la conseguenza dell'operazione della Dda di Catanzaro denominata “Alibante” che ha coinvolto il Comune di Nocera e altri centri urbani limitrofi.
Oltre ad Albi, si sono dimessi i consiglieri comunali Giuliano Trunzo, Lidio Manfredi, Patrizia Vaccaro, Walter Manfredi e Giampaolo Cristofaro.
ll blitz condotto dalla Dda, coordinato dal procuratore Nicola Gratteri, ha portato all’arresto del vicesindaco di Nocera, Francesco Cardamone, al quale il primo cittadino Albi aveva già revocato l’incarico. L’appuntato dei carabinieri, finito ai domiciliari, per il gip Matteo Ferrante è "risultato essere persone estremamente vicina a Carmelo Bagalà, al quale aveva anche rivelato l’esistenza di indagini a suo carico".
IL BLITZ. L’operazione “Alibante” della Dda di Catanzaro, che ha assestato un durissimo colpo alla cosca Bagalà, dominante a Nocera Terinese e Falerna ha riguardato in particolare il Comune rimasto oggi senza guida.
Ed in particolare, l'ex sindaca Fernanda Gigliotti, che da tempo tenta di spiegare la sua caduta dalla carica, nel gennaio del 2018, con le pressioni politico-mafiose a cui non si sarebbe piegata. Nel capitolo dell’ordinanza “La turbativa elettorale che portava al ritiro della candidatura di Orlando Angelina”, però, il Gip scrive: “Come si è anticipato, dietro la candidatura di Fernanda Gigliotti, che in passato aveva già ricoperto la carica di sindaco, vi era la regia occulta di Vittorio Macchione, intenzionato a mantenere uno stabile controllo sull'Amministrazione comunale (l’architetto Macchione è stato arrestato nell’ambito dell’operazione ‘Alibante’ perché, come si legge nell’ordinanza, “gravemente indiziato dei delitti di partecipazione ad associazione per delinquere di stampo mafioso, corruzione per l'esercizio della funzione, estorsione pluriaggravata anche dal metodo mafioso, circostanza che ne acclara l'inserimento in circuiti criminali decisamente allarmami”). Il Gip poi aggiunge: “L'attività di intercettazione consentiva di accertare numerosi colloqui tra l'indagato e la candidata alla carica di sindaco che dimostravano come quest'ultima fosse una semplice pedina nelle mani del Macchione”.
Ma c’è un altro passaggio da evidenziare. Nell’ordinanza, infatti, si legge a più riprese della “forte avversione” di Carmelo Bagalà (che gli inquirenti ritengono essere il capocosca) nei confronti dell’ex sindaco Gigliotti. E infatti dopo le dimissioni dell’allora sindaco Massimo Pandolfo, nell’agosto del 2018, Bagalà, scrive il Gip, “subito esortava Saverio Russo a formare una nuova coalizione in vista delle future elezioni al fine di evitare la possibile elezione di Fernanda Gigliotti”.
Proprio Saverio Russo, però, in quelle elezioni si candidò nella lista dell’ex sindaco Gigliotti, e venne eletto. Tanto che ancora oggi in Consiglio comunale fa parte dello stesso gruppo della Gigliotti (“Il paese che vogliamo”). Non a caso in un altro passaggio dell’ordinanza si legge che “Vittorio Macchione riusciva a persuadere il candidato di punta di tale costituenda lista, tale Saverio Russo, a candidarsi con la lista capeggiata da Fernanda Gigliotti”.
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