"Noi, sfruttate e minacciate": il racconto delle dipendenti della "Rusticherie Mediterranee" agli inquirenti

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images "Noi, sfruttate e minacciate": il racconto delle dipendenti della "Rusticherie Mediterranee" agli inquirenti
Guardia di Finanza
  02 dicembre 2020 16:48

di TERESA ALOI

Minacciavano le loro dipendenti. Qualora non avessero accettato le loro condizioni, Saveria Goldoni e Angelo Maset,  rispettivamente legale rappresentante della "Rusticherie Mediterranee di Goldoni Saveria snc" e amministratore di fatto della società, gli prospettavano  il licenziamento.

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E questo per procurarsi un "ingiusto profitto corrispondente  al trattenimento  delle somme  e alle indennità dovute mai erogate" così come si legge nell'ordinanza di  misura cautelare personale e reale emessa da Rossella Prignani, giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Lamezia Terme

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Dunque, sfruttavano le lavoratrici "costringendole" ad accettare condizioni di retribuzioni diverse e meno favorevoli di quelle previste  dal Contratto collettivo nazionale e lavoro con riduzioni consistenti. 

Una forma di caporalato andato avanti dal 2016 al 2018. Perché marito e moglie approfittavano dello stato di bisogno  delle dipendenti  assunte con contratto part-time che prevedeva prestazioni lavorative pari a 20 / 25 ore settimanali per le quali venivano retribuite. In realtà  effettuavano 48 / 55 ore di lavoro a settimana, compresi anche i giorni festivi per i quali non veniva corrisposta alcuna indennità. Inoltre, venivano costrette a rinunciare alla metà dei giorni di ferie previsti ed alla 14^ mensilità. 

 Turni senza pausa, dalle 9 di mattina alle 20,30. E anche doppi  quando qualche collega si ammalava. Turni - quelli da contratto - che venivano affissi  in modo visibile a tutti, dopo un'ispezione dell'Ispettorato del Lavoro,  peccato che poi - ha raccontato qualcuna - i turni reali che dovevano svolgere erano nascosti dietro l'armadietto dove le dipendenti custodivano gli effetti personali. Salvo poi, in qualche caso, essere anche mandarli direttamente su whatsapp. 

Le ferie? Impossibile averle ad agosto o dicembre, come hanno raccontato le dipendenti agli inquirenti  perché "mesi di maggiore affluenza  della clientela. Agosto e dicembre si lavorava  sette giorni su sette senza avere la possibilità di riposo". Ferie e festività che figuravano  in busta paga ma di cui le dipendenti non avrebbero mai usufruito. 

 Le questioni "matrimoni" e "gravidanze" erano particolare "care" ai due imprenditori. A tal punto che, in più di un'occasioni - secondo il racconto delle ragazze -  alle notizie di imminenti nozze  avrebbero ribadito il "loro" disappunto.   

Straordinarie non pagati, nessun recupero ore, turni doppi, nessuna 14° mensilità,  stipendi "ridotti" rispetto alle ore, matrimoni e gravidanze "da concordare".  Dei permessi poi, neanche a parlarne. Tranne in qualche caso per via di qualche lutto. Ecco come si lavorava alle "Rusticherie Mediterranee " secondo gli inquirenti. 

"Ho accettato queste condizioni di lavoro in quanto erano tre anni che non lavoravo e per necessità di mantenere la  mia famiglia, mio padre e mia madre non lavoravano  ho accettato queste condizioni sfavorevoli" ha raccontato qualcuna.  Basta questo per comprendere lo stato di bisogno di cui "approfittavano" i due imprenditori nei confronti dei quali oggi il gip del tribunale di Lamezia Terme ha emesso un'ordinanza interdittiva , disposto il controllo giudiziale d'azienda e il sequestro di circa 187.000 euro.

 

 

 

 

 

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