di TERESA ALOI
Minacciavano le loro dipendenti. Qualora non avessero accettato le loro condizioni, Saveria Goldoni e Angelo Maset, rispettivamente legale rappresentante della "Rusticherie Mediterranee di Goldoni Saveria snc" e amministratore di fatto della società, gli prospettavano il licenziamento.
E questo per procurarsi un "ingiusto profitto corrispondente al trattenimento delle somme e alle indennità dovute mai erogate" così come si legge nell'ordinanza di misura cautelare personale e reale emessa da Rossella Prignani, giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Lamezia Terme.
Dunque, sfruttavano le lavoratrici "costringendole" ad accettare condizioni di retribuzioni diverse e meno favorevoli di quelle previste dal Contratto collettivo nazionale e lavoro con riduzioni consistenti.
Una forma di caporalato andato avanti dal 2016 al 2018. Perché marito e moglie approfittavano dello stato di bisogno delle dipendenti assunte con contratto part-time che prevedeva prestazioni lavorative pari a 20 / 25 ore settimanali per le quali venivano retribuite. In realtà effettuavano 48 / 55 ore di lavoro a settimana, compresi anche i giorni festivi per i quali non veniva corrisposta alcuna indennità. Inoltre, venivano costrette a rinunciare alla metà dei giorni di ferie previsti ed alla 14^ mensilità.
Turni senza pausa, dalle 9 di mattina alle 20,30. E anche doppi quando qualche collega si ammalava. Turni - quelli da contratto - che venivano affissi in modo visibile a tutti, dopo un'ispezione dell'Ispettorato del Lavoro, peccato che poi - ha raccontato qualcuna - i turni reali che dovevano svolgere erano nascosti dietro l'armadietto dove le dipendenti custodivano gli effetti personali. Salvo poi, in qualche caso, essere anche mandarli direttamente su whatsapp.
Le ferie? Impossibile averle ad agosto o dicembre, come hanno raccontato le dipendenti agli inquirenti perché "mesi di maggiore affluenza della clientela. Agosto e dicembre si lavorava sette giorni su sette senza avere la possibilità di riposo". Ferie e festività che figuravano in busta paga ma di cui le dipendenti non avrebbero mai usufruito.
Le questioni "matrimoni" e "gravidanze" erano particolare "care" ai due imprenditori. A tal punto che, in più di un'occasioni - secondo il racconto delle ragazze - alle notizie di imminenti nozze avrebbero ribadito il "loro" disappunto.
Straordinarie non pagati, nessun recupero ore, turni doppi, nessuna 14° mensilità, stipendi "ridotti" rispetto alle ore, matrimoni e gravidanze "da concordare". Dei permessi poi, neanche a parlarne. Tranne in qualche caso per via di qualche lutto. Ecco come si lavorava alle "Rusticherie Mediterranee " secondo gli inquirenti.
"Ho accettato queste condizioni di lavoro in quanto erano tre anni che non lavoravo e per necessità di mantenere la mia famiglia, mio padre e mia madre non lavoravano ho accettato queste condizioni sfavorevoli" ha raccontato qualcuna. Basta questo per comprendere lo stato di bisogno di cui "approfittavano" i due imprenditori nei confronti dei quali oggi il gip del tribunale di Lamezia Terme ha emesso un'ordinanza interdittiva , disposto il controllo giudiziale d'azienda e il sequestro di circa 187.000 euro.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736