Nomina contestata. Il consigliere Amendola contro il Comune: ricorso al Tar sul presidente dei revisori

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images Nomina contestata. Il consigliere Amendola contro il Comune: ricorso al Tar sul presidente dei revisori

Impugnate al TAR le delibere del 'suo' Consiglio, quello di Catanzaro. Il procedimento 'seguito illegittimo': è l'accusa rivolta al presidente del Consiglio Marco Polimeni. Secondo Amendola doveva essere eletta 'l'azzurra' Rosamaria Petitto

  15 marzo 2021 20:52

di GABRIELE RUBINO

Nuova puntata della vicenda sulla nomina del presidente del collegio dei revisori del Comune di Catanzaro che per settimane ha tenuto banco a Palazzo De Nobili. Il consigliere Andrea Amendola (Obiettivo comune) va contro sindaco (come rappresentante legale dell’Ente) e colleghi (Marco Polimeni, presidente del Consiglio) impugnando al TAR la delibera con cui era stato eletto Francesco Lacava. Nel ricorso predisposto dall’avvocato Adolfo Procopi, e da poco notificato al Comune, viene contestata la procedura seguita in Consiglio comunale sostenendo in realtà che sarebbe bastata la prima votazione di gennaio, quella del pareggio fra due 'candidati' Vincenzo Maiellare e Rosamaria Petitto. In questo caso, stando al ricorso, si sarebbe dovuto utilizzare il criterio dell'anzianità con la conseguente proclamazione della Petitto. Da qui, l'accusa: "La nomina del Presidente del Collegio di revisione (Lacava,ndr) è avvenuta in modo del tutto illegittimo, con una riedizione di un procedimento già concluso e di una deliberazione già regolarmente adottata, inficiandosi in tal modo l'esercizio del mandato del Consigliere comunale".   

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Piccola nota politica a margine. Le indicazioni, in questi casi, sono spesso 'd'area': cioè i partiti tendono a selezionare propri professionisti. Petitto, presidente dell'ordine dei commercialisti di Catanzaro, è stata sponsorizzata da Forza Italia e costole civiche collegate (fra cui Obiettivo comune) e a quanto pare l'epilogo, con la proclamazione di Lacava, non è sceso giù.   

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Piccolo passo indietro. Nella seduta celebrata l’11 gennaio, quando la maggioranza era spaccata in più blocchi, l’esito della votazione – a scrutinio segreto- fu: 8 voti a Vincenzo Maiellare, 8 a Rosamaria Petitto, 6 a Gianluca Barbuto, 2 a Giovanni Manfredi.  Con il pareggio fra Maiellare e Petitto, il presidente del Consiglio comunale – su indicazione del segretario generale- comunicò che la pratica sarebbe stata ripresentata nella seduta successiva. Non doveva andare così secondo Amendola e la stessa Petitto. La commercialista infatti lo scorso 5 febbraio inviò una nota a tutti consiglieri con cui fece notare che Maiellare, al momento della votazione non possedeva i requisiti poiché non iscritto negli apposti elenchi del ministero dell’Interno. Secondo la Petitto, i voti di Maiellare dovevano essere annullati e quindi si era ‘auto-proclamata’ presidente del collegio dei revisori. Secondo il ricorso di Amendola, con cui chiede al TAR la sospensione e l'annullamento delle delibere, il risultato finale non cambiava: la Petitto "anagraficamente più anziana rispetto al candidato Maiellare Vincenzo ha conseguito la nomina ed avrebbe dovuto essere immediatamente proclamata eletta". Dopo la missiva, il segretario generale del Comune di Catanzaro ha chiesto un parere formale al dipartimento Affari interni e territoriali del ministero dell'Interno. Il direttore centrale Antonio Colaianni 'consigliò' nella parte finale del parere così: "in via generale ed astratta, questo ufficio, ritiene, rispondente alla legittimità ed alla trasparenza amministrativa, ove conforme al regolamento comunale in materia, procedere ad una nuova elezione dei nominativi considerati previa valutazione dei requisiti". In sostanza rivotare con un elenco aggiornato di nominativi. E così effettivamente è successo. Nel ricorso di Amendola, invece, viene valorizzato il passaggio della nota ministeriale in cui l'amministrazione avrebbe dovuto effettuare "una valutazione discrezionale - pertanto non ancora alla nota del Ministero che, ovviamente, non è l'organo deputato a decidere nel merito- tenendo conto sia del regolamento comunale sia degli interessi in gioco". 

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Il presidente del Consiglio Polimeni convocò nuovamente l'assemblea e, proprio sulla scorta del parere ministeriale, si celebrò una nuova votazione con l'affermazione finale di Lacava. Nella seduta del 24 febbraio, proprio Forza Italia (e costole civiche) e l'Udc decisero di astenersi dalla votazione, peraltro evocando in Aula il rischio di potenziali ricorsi. In effetti, è arrivato ma non di tutta la compagine azzurra (o della minoranza) ma soltanto del consigliere Andrea Amendola. La nomina del presidente del collegio dei revisori è sicuramente stata quella più 'contestata' dell'intera consiliatura. Nato come affaire politico, con potenziali effetti sulla tenuta della maggioranza di centrodestra, adesso si trasferirà nelle aule della giustizia amministrativa. 

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