Non è l'Arena scuote di nuovo il Comune di Catanzaro. L'ex consigliere Celia alla maggioranza: "Vi dovete dimettere: è il Consiglio più indagato d'Italia"

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Non è l'Arena
  02 febbraio 2020 23:38

"Io mi vergogno di far parte del Consiglio più indagato d'Italia. Mi vergogno da padre e da imprenditore. C'è una responsabilità politica del sindaco Sergio Abramo che è sparito e del presidente del Consiglio che non si è dimesso". A parlare è uno dei cinque consiglieri comunali che si sono dimessi dal Comune di Catanzaro. Fabio Celia, ospite di "Non è l'Arena", la trasmissione di La7 condotta da Massimo Giletti, che ha messo ormai nel mirino l'attuale amministrazione per il caso delle commissioni consiliari. Quella di stasera è la terza puntata al capoluogo. 

Celia ha chiesto ripetutamente le dimissioni collettive, alla maggioranza, perché "gestire i milioni di Agenda urbana e il nuovo piano regolatore non è possibile con il Consiglio più indagato d'Italia. Senza la trasmissione -ha proseguito- finiva a tarallucci e vino". In studio l'imprenditore Barbagallo, Antonio Di Pietro, Alessandro Cecchi Paone e la giornalista Giulia Zampina che si è scontrata con Giletti per l'esposto di quest'ultima all'ordine dei giornalisti per la "narrazione" delle puntate precedenti. 

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Le telecamere ha inquadrato Giuseppe Pisano ed intercettato Manuela Costanzo. Quest'ultima ha fatto notare l'elezione in Consiglio regionale di due indagati: Filippo Mancuso e Libero Notarangelo. Eugenio Riccio invece ha detto rispondere soltanto dopo l'interrogatorio dal magistrato. Intervistato anche Sergio Costanzo che oltre ai gettoni è fra quattro dipendenti per cui le ditte private ricevevano il rimborso. Il sindaco Abramo, seppur cercato, non è stato individuato dalle telecamere né al Comune né alla Provincia. Altro giro a vuoto c'è stato con Tommaso Brutto.

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