di GIORGIA RIZZO
Una guerra in corso, un attacco militare perpetrato a danno della popolazione curda della Siria del Nord quello in corso in Medioriente per mano dello stato turco, che ha toccato la sensibilità dell'amministrazione comunale di Rende, firmataria dell'appello in solidarietà al popolo curdo lanciato dalla rete di amministratori pubblici "Le città in comune".
"Non lasciamo solo il popolo curdo" è la chiamata delle città solidali e anche il titolo dell'iniziativa tenutasi stamattina presso l'Università della Calabria, in Aula Studio Liberata, nel cubo di filosofia. Presenti Marta Petrusewicz, assessore alla cultura e alla ricerca del comune di Rende, gli attivisti della Rete Kurdistan, Federico Giordanelli e Talip Eval, il docente dell'Unical Fortunato Maria Cacciatore e, nelle vesti di moderatrice, la giornalista Simona De Maria.
Un incontro per ribadire la criticità dell'attuale situazione in Siria, dove è in scorso una vera e propria azione di pulizia etnica che potrebbe diventare un genocidio simile a quello degli armeni, come non ha mancato di dire Petrusewicz, che ha sottolineato la responsabilità da parte di istituzioni, associazioni, singoli cittadini, di intervenire per condannare l'attacco turco.
"Il comune di Rende è sempre stato vicino alla causa curda, condividendo i principi del sistema del confederalismo democratico: l'uguaglianza, la partecipazione attiva, la parità di genere e la convivenza fra popoli" ha dichiarato Marta Petrusewicz.
La presa di posizione del comune rendese, già avvenuta in passato come per la proposta della risoluzione della guerra ad Afrin dello scorso anno, sottolinea Federico Giordanelli di Rete Kurdistan, è un ulteriore passo verso la sensibilizzazione di tutto il territorio regionale.
Si moltiplicano intanto le iniziative di solidarietà, anche all'Università della Calabria, dove nella scorsa settimana gli studenti hanno portato avanti un'azione simbolica contro la guerra alla celebre Festa dei Popoli. Lanciato anche insieme a ricercatori, docenti e lavoratori un appello per fare pressione alle istituzioni universitarie affinché prendano posizione.
"Siamo costretti a interrogarci sullo stato della nostra democrazia. L'università e tutte le componenti della comunità accademica devono prendere parola, in un momento di silenzio e grave censura mediatica" ha dichiarato il docente Fortunato Maria Cacciatore, invitando con fermezza tutte le componenti universitarie a schierarsi e a sottoscrivere l'appello lanciato da studenti e ricercatori per condannare il grave attacco turco in corso.
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