
“La composizione della nuova Giunta interrompe l’immobilismo di 4 mesi provocato dalle enigmatiche dimissioni del presidente Occhiuto. Dal punto di vista del capoluogo e dell’area centrale, tuttavia, c’è poco di che rallegrarsi, visto che si ripropone l’asse politico Cosenza-Reggio. Ossia il tratto distintivo del centrodestra alla Regione che, negli scorsi 4 anni, ha emarginato l’area baricentrica e penalizzato il capoluogo della Calabria e, in particolare, sacrificato l’obiettivo di fare di Catanzaro la città della buona sanità e della ricerca scientifica. A fronte del grave ‘cahier de doléances’ della sanità catanzarese, c’è da augurarsi che le istanze per fermare la deriva di un sistema che non garantisce le cure ai cittadini, inducano il Presidente-Commissario a non produrre più azioni amministrative che discrezionalmente potenziano alcuni territori e ne svantaggiano altri e ad assumere, invece, una visione d'insieme per agire con l’intento di abbattere le divisioni e rafforzare la coesione della Calabria. Chi si muove per valorizzare le prerogative di Catanzaro-capoluogo e perché siano garantiti investimenti per le infrastrutture e il rilancio della crescita dell’area centrale, è spinto dalla consapevolezza che se quest’area rimane il ventre molle del sistema-regione, non ci potrà essere alcuna seria prospettiva per uno sviluppo complessivo della Calabria. Nessuna recriminazione nel constatare che i progetti di potenziamento della sanità cosentina proseguono a tambur battente, ma non si può sottacere che la sanità calabrese è inefficiente in ogni sua articolazione. Né si può derubricare a miope campanilismo la constatazione che per la sanità catanzarese non si intravedono segnali promettenti. Il problema non è la nascita del Policlinico a Rende, benché tuttora non sia stato sciolto il groviglio legislativo, ma il metodo discrezionale finora seguito dal Presidente della Regione che, se davvero intende ‘pacificare’ le sue relazioni con questa parte della Calabria, non può pensare di farlo con la strategia del ‘panem et circenses’, ma con provvedimenti in discontinuità con le scelte che hanno spesso umiliato Catanzaro”.
Lo scrive in una nota Francesco Pitaro già consigliere regionale (PD).
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