"Firmata una nuova ordinanza per combattere la “guerra” contro il Covid in Calabria, la firmerà Nino Spirlì, il facente funzione a trazione leghista. “Non sarà un coprifuoco”, così chiarisce sempre Spirlì, perché nel lessico di Salvini & Co, disporre un divieto straordinario di uscire durante alcune ore imposto dall’autorità per motivi di ordine pubblico, in situazioni di emergenza, non è un coprifuoco, ma una limitazione". Lo affermano in una nota I Quartieri di Catanzaro.
“La situazione è sotto controllo” afferma Spirlì, tanto che sta operando in un confronto con i sindaci ed i prefetti della Calabria, un programma concordato di limitazioni, che hanno come obiettivo riportare al rispetto delle norme comportamentali i calabresi, soprattutto quei giovani che non usano la mascherina e si assembrano per le strade o davanti alle scuole Se è questa la motivazione, allora possiamo tranquillamente affermare che l’esercito messo in campo dalla Regione Calabria dopo la prima ondata del Covid ha disertato. Non si capisce perché, solo oggi, ci si è resi conto degli assembramenti nelle città e davanti alle scuole, un dato conosciuto perché sotto gli occhi di tutti, che imporrebbe restrizioni immediate in ambito comunale, da parte di quei sindaci che oggi hanno i poteri riconosciuti dagli ultimi Dpcm, quelli che lamentavano di non avere nella prima fase della pandemia. Siano i sindaci ad imporre da subito limitazioni, come ad esempio il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo che dovrebbe disporre un controllo stringente davanti alle scuole della città, chiudendo da subito parchi e giardini, come il Parco della Biodiversità, dove la mattina troppi ragazzi bivaccano senza rispettare ed adottare alcuna protezione imposta della mascherina", continua l'associazione catanzarese.
"Dov’era Spirlì e la Giunta regionale durante l’estate, in vacanza? Perché non si è adottato per tempo, giusto per tutelare i ragazzi che devono raggiungere le scuole, un piano straordinario dei trasporti, magari coinvolgendo le tante aziende private che operano sul territorio regionale? La Regione Calabria ed oggi Spirlì ci offrono un esercito sgangherato in termini di risposta sanitaria, se è vero come è vero, che rispetto al potenziamento delle terapie intensive siamo fermi ai dati di marzo 2020, mentre i reparti di prima linea contro il Covid, a detta dei singoli Direttori sono ormai al collasso. La Calabria vuole “tutelare le fasce più deboli”, come afferma Spirlì e come chiediamo noi? Magari continuando ad interrompere la continuità assistenziale negli ospedali bloccando le prestazioni sanitarie, oppure peggio ancora continuando a tenere reclusi gli anziani nelle RSA?", sono le domande de I Quartieri.
"Se questa è una soluzione, i calabresi ne prenderanno atto, magari continuando a piangere delle morti inspiegabili almeno dal punto di vista etico. Solo perché in Calabria c’è oggi, la didattica a distanza istituzionale degli “esperti” mandati da Salvini, gli stessi che non riescono a governare la crisi a Milano, ma soprattutto perché in sanità, tante disposizioni previste dalle ordinanze regionali della prima ora del Covid, sono assolutamente disattese lasciando il libero arbitrio a dirigenze sanitarie incapaci, che continueranno a contare i morti, forti della loro posizione di irresponsabilità", concludono.
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