Mercoledi 28 ottobre, alle 11.30, la Fipe e le associazioni di categoria, tra cui il Silb, scenderanno in piazza in 10 capoluoghi di regione
25 ottobre 2020 17:39di CLAUDIA FISCILETTI
I rappresentanti del mondo della ristorazione e dell'intrattenimento scenderanno in piazza il 28 ottobre, alle 11.30, contemporaneamente in 10 capoluoghi di regione -Firenze, Milano, Roma, Verona, Trento, Torino, Bologna, Napoli, Cagliari, Catanzaro, oltre Bergamo-. L'iniziativa è sostenuta dalle associazioni di categoria con in testa la Fipe, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, che motiva così la mobilitazione: "E' un'emergenza nell'emergenza, il nostro obiettivo è quello di ricordare i valori economici e sociali della categoria, che occupa oltre un milione e duecentomila addetti, e chiedere alla politica di intervenire in maniera decisa e concreta per salvaguardare un tessuto di 340mila imprese che prima del covid19 nel nostro paese generava un fatturato di oltre 90miliardi di euro ogni anno".
Rodolfo Rotundo
Una manifestazione a cui prenderà parte anche il Silb, nella persona del suo presidente nella Calabria centrale, Rodolfo Rotundo: "Va bene tutelare la salute di tutti, però vogliamo anche far lavorare le persone. Fino ad ora non è arrivata una lira per nessuno dal Governo"
Un'osservazione, quella di Rotundo, che si unisce a quella della Fipe: "Comprendiamo l'emergenza sanitaria e la gravità del momento ma è impensabile che l'unica ricetta proposta per contrastare la pandemia sia quella di chiudere tutto o di generare una psicosi di massa. Coniugare sicurezza e lavoro è possibile e deve essere l'obiettivo principale del governo e della politica tutta. In questi mesi gli imprenditori della ristorazione e dell'intrattenimento hanno investito tanto in sanificazioni, dispositivi di protezione per lavoratori e clienti e misure di sicurezza all'avanguardia. Sono stati fatti sacrifici importanti, con senso di responsabilità e attenzione al bene comune, siglando protocolli e rispettando le regole. Questo mondo chiede con forza la possibilità di sopravvivere. In assenza di aiuti economici purtroppo queste imprese soccomberanno. Sicuramente a fine anno chiuderanno 50mila imprese, con oltre 350mila addetti che perderanno il posto di lavoro".
La Federazione, poi, conclude: "Chiediamo alla politica scelte più mirate, di sostegno ai settori maggiormente in crisi come quello della ristorazione e dell'intrattenimento, non possiamo lasciare gli imprenditori e i lavoratori da soli di fronte a questo momento drammatico per la categoria. Ma la cosa più drammatica è che così facendo si chiuderanno anche le città con meno luci, meno insegne, meno socialità e meno qualità della vita. Dobbiamo fare presto, servono risposte concrete e servono subito".
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