
di GAETANO MARCO GIAIMO
La Sala Giunta del Palazzo della Provincia di Catanzaro ha ospitato, oggi pomeriggio, un importante dibattito: politici, istituzioni, tecnici e urbanisti si sono infatti ritrovati a discutere sul tema "Piano Strutturale Comunale: Sviluppo e Futuro del territorio urbano". L'incontro, organizzato dal Consigliere comunale Eugenio Riccio, ha voluto portare l'attenzione su questo importante strumento alla luce della recente pubblicazione del documento definitivo, su cui si aprirà presto una fase decisionale che dovrà coinvolgere tutte le forze dell’amministrazione, con l'intento di raggiungere una posizione chiara e trasparente sugli intendimenti futuri. Il Psc è infatti il modo attraverso cui si delineano le strategie a medio-lungo termine per lo sviluppo, l'assetto e la tutela del territorio di un comune, stabilendo indirizzi generali, principi e regole per la valorizzazione, la protezione dell'ambiente e dell'identità culturale dello stesso.

"Con questa giornata vogliamo arrivare ad avere tra le mani idee e proposte concrete da presentare nelle sedi opportune", ha dichiarato il consigliere Riccio, moderatore della discussione, in apertura. Dopo il saluto del Presidente della Provincia, Mario Amedeo Mormile, la parola è passata al Consigliere regionale Marco Polimeni: "Non è un caso che siano qui presenti rappresentanti di tutti e tre i partiti che governano la Calabria. Il Psc ha suscitato un effetto domino che ha scosso l'Amministrazione comunale, che si è trovata ad accelerare il confronto a riguardo. I tecnici presenti oggi devono dire alla politica in che direzione deve andare Catanzaro dal punto di vista strutturale. La forza di questo piano deve risiedere nel coinvolgimento di associazioni, partiti, ordini professionali, per accogliere istanze che riflettano le necessità di tutti. Su queste problematiche non ci devono essere destra e sinistra perché la città è di tutti". I due grandi temi trattati riguardano la collocazione del nuovo ospedale e la gestione del quartiere marinaro della città. Il Consigliere regionale Filippo Pietropaolo si è detto molto interessato a questo argomento: "Il piano è uno strumento eccellente di programmazione, permette di indicare dove la città vuole andare sia dal punto urbanistico che da quelli della mobilità e dello sviluppo, sia esso turistico o commerciale. C'è bisogno di un confronto aperto tra tutte le componenti principali della città, senza prese di posizione puramente politiche".
Spazio poi agli interventi dei tecnici, che hanno analizzato a fondo i contenuti e le criticità del Psc allo stato attuale. Il Presidente dell'Ordine degli Ingegneri catanzarese, Gerlando Cuffaro, ha ricordato come gli esperti del settore siano stati chiamati ad esprimersi sul documento, ancora in fase di redazione, un paio d'anni fa: "Abbiamo prodotto un'analisi molto corposa e da allora non siamo stati più contattati. Ho manifestato le mie perplessità tecniche ma nel Piano pubblicato le nostre osservazioni sono richiamate solo in maniera generica e sintetica. Lo scoglio più grande viene dall'imminente pubblicazione del Piano per l'Assetto Idrogeologico che potrebbe rendere completamente inefficiente questo Psc: in caso di variazioni rispetto al precedente infatti bisognerà adeguarsi in seguito, rendendo questa fretta nell'approvazione completamente inutile". L'approvazione del Pai dovrebbe infatti arrivare a breve, con il termine per la presentazione di osservazioni prorogato fino al 31 dicembre 2025. "Secondo studi dell'Anas", ha proseguito Cuffaro, "a Catanzaro il traffico si genera per l'assenza di un'autostazione e nel piano non si menziona nessuna opera del genere. Mancano le condizioni tecniche, ingegneristiche e urbanistiche per approvare, oggi, il documento".
L'architetto Pino Macrì ha messo in evidenza altri ostacoli tecnici del progetto di urbanistica, che manca totalmente di attività infrastrutturale secondo il suo parere: "La vera pianificazione può partire solo dalla rigenerazione urbana". L'architetto Carlo Nisticò ha invece ribadito come il Psc non "faccia risaltare il ruolo propulsore del capoluogo nel più ampio contesto regionale, limitandosi a una dinamica interna con scarsa enfasi sul suo ruolo di riferimento, non contiene idea di sviluppo nelle aree di Germaneto e Giovino e si attenga a interventi di trasformazione episodica, senza intervenire sulla viabilità locale; è necessario abbandonare visioni provinciali e individuare aree strategiche da cui ripartire". L'ingegnere Salvatore Cuffaro invece ha portato avanti alcune proposte, come la creazione di un ascensore obliquo che vada dall'area dell'ospedale vecchio al parcheggio del Musofalo o al raddoppio dei posti disponibili nello stesso con un piano sopraelevato, intervenendo "in maniera simile a come si fa negli aeroporti".
Le conclusioni sono state affidate al Vice presidente della Regione, Filippo Mancuso: "In Calabria solo 52 comuni hanno un Psc. Non c'è visione del futuro della città in questo piano, perché non indica le caratteristiche né le prerogative di come dev'essere il domani di Catanzaro. Manca un approccio turistico, non si parla del porto, non si riesce a identificare nella sanità il primo punto di attrattività del capoluogo. Un'altra grossa problematica è quella della declassificazione di alcune aree edificabili: si vanno a sottrarre circa 5.5 milioni di metri quadrati di territorio, circa 1.2 milioni di euro in meno nelle casse del Comune, con una decisione che non è per niente obbligata. Il piano non è vergognoso ma non dice nulla di nuovo, non dà indicazioni per gli anni a venire, non mette al centro le caratteristiche della città che devono essere sanità, cultura e turismo. Noi non dobbiamo opporci in modo strumentale o volgare, semplicemente preparare tutti assieme emendamenti che permettano di contribuire in modo concreto a questo Psc". Il centro-destra ha dato avvio al dibattito mettendo in campo tecnici e pareri autorevoli: la palla passa ora alla controparte, chiamata a rispondere alle criticità messe in evidenza che potrebbero portare a un lungo confronto sul futuro di Catanzaro.
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