di STEFANIA PAPALEO
L'avevano spedita in Calabria a tenere le redini dell'Ufficio scolastico regionale dopo il coinvolgimento della sovrintendente Maria Rita Calvosa nello scandalo della compravendita di titoli e attestati scolastici. Ma ecco la notizia che nessuno si aspettava: la reggente Giovanna Boda è a sua volta finita nel mirino della Procura della Repubblica di Roma per corruzione, nella sua qualità di dirigente di prima fascia e capo del Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell'Istruzione.
A mandarle un avviso di garanzia nell'ambito di un'inchiesta più ampia è stato il sostituto procuratore Carlo Villani, già magistrato di prima linea a Catanzaro.
«La vicenda giudiziaria - si legge nel quotidiano "La Verità" diretto da Maurizio Belpietro - è particolarmente delicata perché la donna ha in mano i cordoni (...) della borsa del dicastero. Ieri gli investigatori del Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di finanza hanno perquisito la sua casa romana, l’ufficio di viale Trastevere e una soffitta "nella disponibilità della donna". I finanzieri hanno passato al setaccio anche abitazioni e uffici di Federico Bianchi di Castelbianco, il presunto corruttore, e di Valentina Franco, stretta collaboratrice della Boda. Il sessantanovenne romano Bianchi è un noto psicoterapeuta, nonché editore dell’agenzia Dire, "specializzata in politiche parlamentari e di governo, politiche regionali e locali, oltre che su esteri, welfare, sanità, ambiente, scuola e giovani". Nel decreto di perquisizione si legge che la Boda, già direttore generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione del ministero dell’Istruzione, università e ricerca (Miur), in veste di pubblico ufficiale, "riceveva indebitamente per l’esercizio delle sue funzioni e/o dei suoi poteri" da Bianchi "somme di denaro e/o utilità per sé e/o per terzi per complessivi 679.776,65 euro"».
Una montagna di soldi in regali e benefit (dati e promessi) che gli investigatori avrebbero registrato al centesimo. «La donna - sempre secondo quanto ha riportato "La Verità" nell'articolo a firma di Giacomo Amadori - avrebbe avuto in uso anche la carta di credito dell’uomo e la avrebbe utilizzata per ogni genere di spesa, non tutte destinate a lei. Per quanto riguarda la contropartita gli inquirenti annotano che Bianchi è il legale rappresentate dell’Istituto di ortofonologia srl nonché «socio e amministratore di fatto» della Com.e, Comunicazione ed editoria srl «società aggiudicatarie di affidamenti ciascuna di 39.950 euro da parte del Miur con decreti a firma della Boda, tramite l’indispensabile intermediazione e supporto Valentina Franco, consapevole del pactum sceleris».
A affiancare Giovanna Boda nella reggenza dell'Usr in Calabria è stato mandato anche un altro capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, Stefano Versari, dopo la sospensione dall'incarico di Maria Rita Calvosa.
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