

















Un percorso che, partendo dal Cantico delle Creature, porta al Marca quaranta opere e una riflessione ampia sul rapporto tra arte, spiritualità e comunità.
19 dicembre 2025 21:35di GUGLIELMO SCOPELLITI
Le sedie finiscono presto, qualcuno resta in piedi lungo le pareti, altri seguono da fuori, appoggiati allo stipite della porta. È in questo clima partecipato che prende forma l’avvio pubblico di “Oblatio Mundi – Giubileo degli Artisti”, la mostra inaugurata nel tardo pomeriggio odierno al Museo delle Arti di Catanzaro, con cui la Fondazione Banca Montepaone ha scelto di attraversare il tempo del Giubileo affidandosi alle opere di quaranta artisti ispirati al Cantico delle Creature.
Prima dell’apertura delle sale, il confronto istituzionale. A guidarlo Domenico Gareri, presentatore e conduttore. Al tavolo siedono l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace S.E. Mons. Claudio Maniago, il vicepresidente della Regione Filippo Mancuso, il presidente della Camera di Commercio Pietro Falbo, il presidente della Provincia Mario Amedeo Mormile, il presidente della Banca Montepaone Giovanni Caridi e la curatrice della mostra Lara Caccia.
Giovanni Caridi prende la parola ripercorrendo la complessità del progetto. “È stato un lavoro articolato, che ha richiesto tempo e confronto, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti”. Poi aggiunge, guardando la platea: “Crediamo che possa avere vita anche oltre i confini regionali, perché il livello raggiunto lo consente”.
Lara Caccia sposta l’attenzione sul metodo e sul senso del percorso. Ricorda il lavoro condiviso e le scelte maturate strada facendo.“Il mio nome compare sul manifesto, ma la mostra nasce da un gruppo che ha lavorato insieme”.
E chiarisce la radice ideale: “Ci siamo mossi a partire dall’omelia di Papa Francesco per il Giubileo degli Artisti. Quando Dostoevskij parlava della bellezza che salverà il mondo, parlava prima di tutto di spiritualità”.
S.E. Mons. Maniago affida alla cultura un compito preciso, usando parole che restano.“La cultura non serve soltanto a mostrare ciò che è bello. È una delle armi, anche se il termine può sembrare improprio, con cui si costruisce una società solidale e in pace”.
Filippo Mancuso lega l’arte alla dimensione economica, osservandola come settore vivo e produttivo. Pietro Falbo ringrazia Saverio Nisticò per il lavoro svolto, ricorda il coinvolgimento della Camera di Commercio e il ruolo della Banca Montepaone, capace di interpretare un nuovo mecenatismo diffuso. Mario Amedeo Mormile richiama infine l’arte sacra come presenza costante nella storia, segno dell’aspirazione umana verso Dio.
Terminato il confronto, la benedizione e la preghiera di Mons. Maniago precedono il taglio del nastro. Poi le sale si aprono. Il pubblico segue Lara Caccia che racconta le opere, gli artisti e le scelte fatte.
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