Catanzaro, Occhini: ”Giù le mani da Alli, giù le mani dai lavoratori dell’impianto”

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Eugenio Occhini
  12 febbraio 2024 15:42

Nota di Eugenio Occhini - Referente Catanzaro Movimento "Liberamente Progressisti".

La vicenda infinita dell’impianto di Alli non conosce tregua. A riprova di ciò, è del 30 gennaio u.s. la diffida inoltrata ad Arrical dai legali di Alli Scarl e della Vittadello SpA, affidatari dei lavori di progettazione e realizzazione (…), nonché dell’esercizio dell’impianto in località Alli. La diffida, oltre a richiedere il pagamento di ingenti somme dovute a vario titolo, intima ad Arrical di far conferire, in via immediata, un quantitativo di rifiuti pari a 120t/giorno, come da accordo sottoscritto in data 14/06/2023 (…), minacciando altresì che, in assenza di riscontro positivo, sarà riattivata la procedura di licenziamento collettivo, revocata nel giugno 2023.

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Seguiamo ormai da anni le vicende tormentate dell’impianto di Alli, un impegno mantenuto e garantito nel tempo grazie alla costante, fattiva ed istituzionale attenzione da parte del “nostro” consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, sempre in prima linea nella difesa dei servizi pubblici, e nella tutela dei diritti sociali ed ambientali. Pertanto, abbiamo effettuato sopralluoghi e incontri con i responsabili di Alli Scarl; interloquito con i settori competenti di regione Calabria; depositato interrogazioni in Consiglio regionale; attivato la question time con l’Assessore regionale all’ambiente; ci siamo rapportati con il Comune di Catanzaro, nelle persone del Sindaco, e del dirigente dell’assessorato all’ambiente; partecipato lo scorso 18 aprile 2023 alla presentazione presso la Cittadella regionale del Piano d’ambito Territoriale, a cura del commissario Gualtieri. Inoltre, in varie occasioni, abbiamo incontrato anche un nutrito numero di lavoratori in forza all’impianto, registrando le loro legittime preoccupazioni circa la conservazione del posto di lavoro. Il nostro agire ha prodotto benefici apprezzabili, ma transitori. Puntualmente vanificati, dall’agire, o dal non agire, di chi ha responsabilità decisionali. E così si torna sempre al punto di partenza. In prigione, e senza passare dal Via, si potrebbe ironizzare! Ma non stiamo giocando a Monopoli, in ballo ci sono i diritti dei cittadini, quelli dei lavoratori, e la salvaguardia ambientale!

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Il piano d’ambito Territoriale dei rifiuti prevedeva che  in tempi contingentati(!) fosse realizzata la ripartizione del territorio calabrese in tre macro aree omogenee: l’area nord, l’area centrale e l’area sud. L’area centrale avrebbe contato su tre cosiddetti ecodistretti pubblici per il conferimento, il trattamento e la valorizzazione dei rifiuti. Nella occasione, il commissario Gualtieri sottolineò che l’ecodistretto di Catanzaro Alli, il più importante per volumi e bacino di utenze, si trovava già in avanzata fase di ristrutturazione ed efficientamento tecnologico(!) Per il secondo, a Crotone, ed il terzo, a Vibo Valentia, erano necessari tempi più lunghi. Ma a dieci mesi da quella presentazione, e da quelle affermazioni, facciamo il punto della situazione. Area nord e area sud: non pervenuti! Area centrale: degli ecodistretti da realizzarsi a Crotone e a Vibo, nessuna notizia! Di quello in avanzata fase di efficientamento, ai Catanzaro Alli, rimandiamo alla diffida inoltrata ad Arrical, esaustiva circa il reale stato in cui giace l’impianto!  E suvvia, ma la tanto enfatizzata nascita di Arrical, così tenacemente voluta dal presidente Occhiuto, e i pieni poteri da lui assegnati al commissario Gualtieri e a se stesso, non trovavano giustificazione - a suo dire - proprio nella necessità di garantire una svolta epocale nella gestione dei rifiuti?

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E allora, inevitabilmente, sorgono inquietanti interrogativi per il duo plenipotenziario Occhiuto & Gualtieri. I rifiuti che regione Calabria e Arrical si erano impegnate a conferire quotidianamente presso l’impianto, che fine hanno fatto? Già, perché dai primi di settembre 2023 a tutt’oggi, siamo ben al di sotto delle quote pattuite e garantite. Perché? Il conferimento ad altri impianti (pubblici, o privati?) quanto incide in sovraccosti, per i Comuni, e in disservizi, ritardi, danno ambientale, ecc.? E la valorizzazione dei rifiuti stessi produce ricavi per chi, soggetti pubblici, o privati? Ancora, i lavori di ristrutturazione ed efficientamento dell’impianto di Alli, in ritardo sui cronoprogrammi contrattualmente stabiliti, con notevoli aggravi di spesa, per revisione prezzi, molteplici variazioni nelle lavorazioni, rincaro dei materiali, ecc., e per rinvii, incertezze decisionali attribuibili ad Arrical e regione Calabria, si concluderanno mai? E quando? E il costo complessivo, contenziosi compresi, a quanti milioni di euro ammonterà?

Ma, nel frattempo, tutte le attività che si svolgevano ad Alli, da mesi inesistenti, che contrattualmente dovevano essere garantite in parte anche durante l’esecuzione dei lavori, a chi sono state affidate? A soggetti pubblici, o privati? E in tutto questo casino, malgrado i pieni poteri, del danno ambientale complessivo, dei maggiori oneri per i Comuni, con il conseguente rincaro delle tasse a carico dei Cittadini, degli esborsi di denaro pubblico di Arrical a ripianare ogni elemento a debito verso i gestori privati, di tutto questo, chi risponderà?  E poi, perché i cittadini, quelli che versano la TARI, quelli che attraverso la fiscalità generale partecipano a coprire anche tutti gli altri oneri di funzionamento pubblici e privati, ordinari e straordinari, comunque afferenti al comparto rifiuti, i Cittadini che puntualmente selezionano i propri rifiuti, consentendo così la raccolta differenziata, e lo fanno quotidianamente, con la speranza (o illusione?) di  contribuire a ridurre inquinamento ambientale e tariffe TARI, a tutti costoro, cosa risponde il duo plenipotenziario Occhiuto & Gualtieri? Infine, perché le prime vittime sacrificali debbano sempre essere i lavoratori in servizio all’impianto di Alli? Perché minacce, ritorsioni, ricatti ricadono su di loro, i più deboli e i meno responsabili?

Attendiamo riscontro da Arrical e regione Calabria. Poi, attiveremo tutti gli strumenti a nostra disposizione, istituzionali e non, e le azioni necessarie - nessuna esclusa - perché gli interrogativi qui posti, ed altri ancora, non restino lettera morta.

Da subito, esprimiamo la nostra solidarietà, e la nostra vicinanza, ai lavoratori nuovamente minacciati di possibili licenziamenti. E alle forze sindacali, offriamo la nostra piena disponibilità a collaborare nelle forme e nei tempi che riterranno, a supporto della tutela dei diritti dei lavoratori stessi.

 

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