di FILIPPO COPPOLETTA
Occhiuto sa che sta giocando una partita personale, ma anche simbolica. Dagli Stati Generali di Forza Italia a Reggio alla masterclass sul palco del Magna Graecia Film Festival di Soverato, il governatore dimissionario non pone freni a considerazioni e dichiarazioni. Esclude fuoco amico - come già aveva ribadito Tajani negli scorsi giorni - e sente forte l'appoggio della coalizione sul suo ritorno in campo. "Ma queste cose non interessano ai calabresi" dice schiettamente ai giornalisti, perché per Occhiuto, i cittadini dovranno giudicare il suo operato e non le alleanze tra partiti: una partita personale. Appunto.
Alle urne, l'intenzione è comunque quella di confermare la squadra che lo accompagnerà fino all'inizio della prossima settimana, quando, "tra lunedì o martedì", rassegnerà formalmente le dimissioni già annunciate. Nessun ripensamento. Nessun passo indietro. Difficile anche ipotizzarlo dopo il caos politico e mediatico scaturito dal video diffuso sui suoi canali social. Un atto politico ben studiato. Un gesto che rivendica come prova di democrazia e coraggio. “Potevo restare ancora un anno, ma ho scelto di far decidere i cittadini”, spiega.
Una scelta fatta anche per spezzare quello che definisce un copione già visto: presidenti regionali travolti da inchieste poi archiviate, ma che intanto azzoppano politicamente. Non è un attacco alla magistratura, anzi, Occhiuto ribadisce il massimo rispetto per i magistrati calabresi, con cui afferma di aver lavorato fianco a fianco. Ma il bersaglio sono gli avversari che usano le inchieste come strumento per indebolire chi non riescono a battere nelle urne.
E quando si dovrebbe andare a votare? Per il vice segretario azzurro, la data ideale sarebbe quella del 28 e 29 settembre ma è consapevole che la linea di governo sia quella di allineare la chiamata alle urne calabresi con le altre regionali di ottobre, alzando così la posta in gioco nel braccio di ferro tra le forze di maggioranza e opposizione.
Parlando di patti, alleanze e coalizioni, preoccupa (di certo non Occhiuto) la frattura creatasi tra il governatore e il leader di Azione. Un rapporto ormai compromesso che Occhiuto definisce "molto complicato" da risanare dopo le esternazioni di Calenda a poche ore dal suo annuncio, accusandolo di essere irreperibile ed ergersi al Pontificato. "Come al solito interviene sempre nel momento meno opportuno" le considerazioni del presidente che afferma di non sentirsi il Papa ma invita Calenda e i suoi alla lettura di Marco 13,33, passo che spiega come un buon catechista: “Vegliate, fate attenzione, perché non sapete quale sarà il momento”.
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