Sentenza della Corte d’assise d’appello di Catanzaro per l’omicidio di Domenico Belsito avvenuto nel 2004 a Pizzo Calabro, nel Vibonese. Un delitto di ‘ndrangheta che ha sancito l’alleanza tra il clan Bonavota di Sant’Onofrio e il gruppo di Vibo Valentia guidato da Andrea Mantella, dal maggio 2016 tra i principali collaboratori di giustizia.
L’imputato Nicola Bonavota dalla condanna dei 30 anni in primo grado passa alla pena di 18 anni e 6 mesi. Otto anni di reclusione (in luogo dei 30 anni di carcere) sono stati comminati in appello all’imputato Francesco Fortuna di Sant’Onofrio (da qualche mese passato tra i collaboratori di giustizia e da qui lo sconto di pena), mentre alla pena di 2 anni è stato condannato in appello Andrea Mantella.
Belsito venne ferito a colpi di arma da fuoco mentre si trovava in un bar di Pizzo e morì due settimane dopo in ospedale a Vibo Valentia. A sparare – secondo l’accusa – sarebbe stato Francesco Scrugli, a sua volta ucciso a Vibo Marina nel 2012. L’omicidio di Domenico Belsito, per la Dda di Catanzaro, sarebbe maturato per dinamiche interne ai clan, impegnati in una lotta interna alla famiglia di ‘ndrangheta dei Bonavota di Sant’Onofrio per meglio definire la spartizione dei territori di competenza. La vittima sarebbe stata punita anche per una relazione sentimentale non gradita ai vertici del clan di Sant’Onofrio.
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