Omicidio Massimo Speranza, in carcere 5 indagati

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Dia Catanzaro
  03 aprile 2025 09:56

Nella mattinata odierna, 3 aprile 2025, all’esito di indagini coordinate dalla Procura 
Distrettuale Antimafia di Catanzaro, personale del Centro Operativo DIA di 
Catanzaro, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa 
dal G.I.P. preso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 5 indagati, sulla 
base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine al concorso nell’omicidio di 
Speranza Massimo, alias “il Brasiliano”, commesso nel settembre del 2001. 

Le misure cautelare sono intervenute a seguito degli approfondimenti investigativi 
delegati al personale del Centro Operativo DIA di Catanzaro, imperniati sulle analisi 
e riscontri di dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia che hanno 
consentito di ricostruire le diverse fasi dell’omicidio di SPERANZA Massimo, e 
delineare, a livello indiziario e cautelare (il procedimento pende nella fase delle 
indagini preliminari e necessita della successiva verifica processuale nel 
contraddittorio con la difesa) i ruoli rivestiti dai presunti responsabili, ritenuti, a 
livello indiziario, mandanti ed esecutori dell’omicidio, commesso con le modalità 
della c.d. “lupara bianca”, nonché la dinamica e la causale dell’omicidio.   

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In particolare, con riguardo all’omicidio di SPERANZA Massimo, cl.1980, scomparso 
l’11 settembre del 2001, senza lasciare alcuna traccia, è stato ricostruito il movente, 
maturato nel contesto mafioso riconducibile alla cosca c.d.  degli Zingari di Cosenza 
con l’avallo dell’articolazione ‘ndranghetistica c.d. degli zingari di Cassano, in 
quanto la vittima, pur abitando in via Popilia a Cosenza, zona caratterizzata da una 
forte presenza ROM, era ritenuto molto vicino al clan contrapposto degli “italiani” e 
sospettato di aver divulgato informazioni riservate riguardanti il gruppo Rom. 

Si tratta di vicenda maturata nel periodo in cui, nella città dei bruzi, vi era una forte 
contrapposizione tra il clan dei ROM e quello degli italiani, della quale costituiva 
episodio emblematico la c.d. strage di via Popilia, avvenuta l’11 novembre 2000.  
In tale fase di forte fibrillazione, il giovanissimo SPERANZA Massimo, sospettato di 
delazioni, sarebbe stato attratto in una trappola, ordinata ai suoi danni, dai presunti 
responsabili dell’omicidio che lo conducevano da Cosenza nella zona di Cassano allo 
Ionio, con il pretesto di fargli “testare” una partita di stupefacente di particolare 
qualità. In particolare, partiti da Cosenza, dopo una breve sosta a Lauropoli, 
SPERANZA Massimo veniva condotto ad Apollinara e, da qui, a San Demetrio 
Corone, dove veniva attinto da colpi di arma da fuoco con il successivo occultamento 
del cadavere.  

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Il procedimento nei confronti degli indagati destinatari delle ordinanze cautelari 
eseguite in data odierna, per il predetto fatto omicidiario, è attualmente nella fase 
delle indagini preliminari.

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