di TERESA ALOI
Li hanno seguiti, ascoltati. Registrato le conversazioni. “Guardati” anche mentre bevevano birra. L’indagine, in codice “Acquamala”, che ha colpito un’associazione criminale operante nel quartiere rom di Crotone denominato “Acquabona” e che stamattina ha portato i carabinieri di Crotone ad eseguire un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di alcuni dei 57 indagati, ha svelato un traffico di droga che avveniva tra il capoluogo e la città di Pitagora e non solo. (LEGGI QUI)
Droga, tanta. Cocaina, eroina, marijuana e hashish, a fiumi. Così come le cessioni di soldi. La droga veniva assunta anche con l’astuccio della penna Bic, così come si evince dal ritrovamento della penna “modificato, verosimilmente – scrivono gli inquirenti – utilizzato per l’assunzione della sostanza stupefacente per via nasale” in una busta di spazzatura. E, a leggere le carte, veniva “ammucciata” sotto la sabbia “posta al fianco di una betoniera”, o “all’interno di un bidone in plastica utilizzato per effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti, contenuta in due buste di plastica”.
A volte era il “vino” e non sempre di qualità “In una conversazione c’era chi spiegava a Nicola Manetta che “con te non è che mi sono trovato proprio bene capito? Il vino una volta è di una qualità, una volta è di un’altra” e allora gli chiedeva di portare una sola bottiglia per testarne la qualità.
Cosimo Manetta era l’organizzatore, il promotore, colui che teneva i contatti con i fornitori. Impartiva direttive operative ai sodali, provvedeva ad assicurare l'approvvigionamento dello stupefacente interfacciandosi con i fornitori ma anche inviando loro gli emissari. Gestiva, quella rete di distributori nel crotonese della zona di via Acquabona del quartiere rom di Crotone e si interfacciava con gli altri referenti di altri spacciatori di Crotone e Catanzaro.
Nicola Manetta , era colui che sotto la direzione del padre Cosimo teneva i contatti con i fornitori, partecipava alle riunioni operative più importanti, curava i rapporti con i fornitori e con gli spacciatori e provvedeva alla riscossione dei crediti.
Antonio Manetta, effettuava attività di spaccio dello stupefacente e provvedeva a recuperare i crediti vantati da Cosimo Manetta nei confronti di cessionari di partite di droga.
Roberta Manetta, era colei che gestiva il deposito del denaro e la tenuta la contabilità dell'organizzazione, effettuava il recupero dei crediti, provvedeva al taglio dello stupefacente ed effettuava attività di cessione di partire di droga.
Mario Mannolo, assicurava la fornitura di stupefacente a Cosimo Manetta per il successivo smercio nel territorio crotonese e a sua volta si riforniva di stupefacente da Cosimo Manetta per il successivo smercio, attraverso propri canali nel territorio di Cutro.
Alessandro Perini effettuava attività di spaccio dello stupefacente anche avvalendosi di soggetti suoi collaboratori .
Cosimo Passalacqua impartiva direttive operative ai sodali e provvedeva ad assicurare l'approvvigionamento dello stupefacente; gestiva una rete di distributori nel crotonese nel quartiere rom di Crotone di via del Gesù e via Macello.
Filippo Raso contribuiva agli interessi dell'organizzazione garantendo un canale stabile di approvvigionamento della droga a Cosimo Manetta e agli zingari di Catanzaro.
Antonio Bevilacqua cedeva la droga in più occasioni.
Maurizio Sabato promuoveva e prendeva parte a incontri tenutisi a Rizziconi e a Catanzaro. Suggeriva anche comportamenti da adottare e faceva da intermediario per fare ottenere diverse dilazioni di pagamento a Manetta.
Giovanni Passalacqua partecipava alle riunioni e in particolare interveniva "in riunioni tra la componente crotonese degli zingari e il gruppo di Cosimino Abbruzzese per appianare i rapporti tra le articolazioni" così come si legge nelle carte.
Piero Ranieri effettuava attività di distribuzione dello stupefacente procuratogli da Cosimo Manetta.
Antonio Scerbo cedeva sostanza stupefacente. (Nel collegio dei difensori, tra gli altri, Piero Chiodo, Enzo e Davide De Caro).
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