Operazione "Basso profilo". Impiegata delle Poste "agevolava" i prelievi in cambio di uno stipendio fisso al fratello

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images Operazione "Basso profilo". Impiegata delle Poste "agevolava" i prelievi in cambio di uno stipendio fisso al fratello

  21 gennaio 2021 15:19

Al servizio dell’associazione dedita al riciclaggio, auto riciclaggio e alla frode fiscale c'era anche, secondo le carte dell'inchiesta "Basso profilo"  un'impiegata di Poste Italiane presso l'ufficio di Santa Maria, a Catanzaro, Antonella Drosi. 

Era lei che, secondo  gli inquirenti,  "forniva un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione e il rafforzamento delle capacità operative dell'associazione". In particolare, "agevolava il compimento delle operazioni di prelievo da parte degli associati o dei loro incaricati al prelievo, omettendo di segnalare ancorchè obbligata quale intermediario finanziario le operazioni sospette ai sensi dell’art. 35 del Dlgs 231/2007 e procedendo al compimento delle operazioni sospette nonostante l’omessa segnalazione, concordando inoltre con   Tommaso Rosa un linguaggio convenzionale al fine di individuare facilmente i soggetti inviati per il prelievo e compiere velocemente le operazioni". 

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L’impiegata avrebbe dunque effettuato direttamente le operazioni su richiesta degli associati, che le consegnavano le carte e i codici pin, dalle carte postepay poi consegnando il denaro prelevato nella disponibilità dell’associazione.

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Il tutto "in cambio il mantenimento da parte dell’associazione medesima del fratello  al quale veniva corrisposto uno stipendio di 1000 euro al mese per l’incarico ricoperto in una una delle società con sede nel Lazio, veniva pagato l’affitto di casa, il vitto e le spese per il riscaldamento, nonché altre utilità, come il tagliando di manutenzione della macchina".

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