Operazione "Boreas", Curcio: "La 'ndrina di Cariati e le mani su Stoccarda"

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Da sinistra: Costantino Belvedere, Gianluca Aurilia, Giuseppe Linares, Salvatore Curcio, Vincenzo Capomolla, Vincenzo Nicolì, e Marco Garofalo
  01 aprile 2025 15:47

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

“Le mani della ‘ndrina di Cariarti sulla città di Stoccarda”.

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Ad affermarlo è il procuratore della Repubblica Catanzaro Salvatore Curcio, durante la conferenza stampa di questa mattina che ha svelato l’operazione “Boreas” che riguarda una delle proiezioni del locale di Cirò, la ‘ndrina di Cariati, operativa in Germania e soprattutto a Stoccarda con l’arresto in totale di 29 soggetti. Tra loro elementi che sarebbero legati alle ‘ndrine di Cariati e Cirò Marina. 

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Investigatori della Polizia di Stato e della Kriminalpolizeidirektion di Waiblingen, in diverse province italiane e nel Land tedesco del Baden-Württemberg, stanno dando esecuzione a complessivi 29 provvedimenti restrittivi scaturiti dalle indagini condotte nell’ambito della Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team Jit), tra la Procura della Repubblica di Catanzaro – Dda e gli uffici investigativi della Polizia di Stato, con la Procura di Stoccarda e  la Polizia tedesca, con il supporto della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e il coordinamento di Eurojust.

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Le attività esecutive sono state supportate dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia nell’ambito del Progetto I CAN.

Sul versante italiano, è stata data eseguita all’ordinanza di misura cautelare, emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 20 indagati, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, nei loro confronti, tra cui, rispettivamente, associazione di tipo ‘ndranghetistica, estorsione, consumata e tentata, trasferimento fraudolento di valori, false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, in concorso, reati tutti con l’aggravante mafiosa.   

“La ‘ndrina di Cariati – spiega Curcio – è espressione operativa in Germania del locale di Cirò che è il punto di riferimento. Tra i destinatari provvedimenti cautelari vertici storici della organizzazione e nuove leve legate da vincoli di parentela al locale di Cirò”.

Poi dice: “Una vecchia presenza in Germania che risale nel tempo riscontrata alla fine degli anni 70 e certificata da sentenze passate in giudicato. Penso alle operazioni Galassia e Stige che dimostrano che dalla fine di quegli anni passando per la strage di Duisburg fino ai giorni nostri i locali di ‘ndrangheta siano presenti Germania. La locale di Cirò a fine anni ‘70 mandò i suoi esponenti a Stoccarda per infiltrarsi nel territorio, e questi esponenti perpetrarono subito un omicidio contro una organizzazione slava. Furono subito arrestati e da lì partì la collaborazione di giustizia di uno di questi esponenti del locale Cirò”. 

Proprio per la diffusione sempre più ampia della ndrangheta “l’investigatore deve fare manovre molto più complesse e transnazionali, e in questa metodologia è necessaria una cooperazione internazionale come quella che abbiamo messo in piedi con questo blitz”. 

E aggiunge: “La ‘ndrangheta è presente nei cinque continenti ma fare una mappa è impossibile. 

A proposito dei “rapporti” con le autorità tedesche, il procuratore Salvatore Curcio spiega: «Come Dda ha avuto origine ad ottobre 1993, acquisendo la collaborazione di un intraneo di Cirò che prima non era conosciuto ed era in Germania già dalla fine anni ‘70. L’evoluzione è proseguita fino alla “Strage di Duisburg” e ai giorni nostri. Condivido anche io la necessità di un diritto penale comune in Europa, la Germania da 35 anni si misura con la presenza della ‘ndrangheta e qualcosa quindi è cambiato. In Germania ci sono tante cosche e ogni locale ha la sua proiezione, dobbiamo ormai entrare in una logica diversa perché la ‘ndrangheta è in tutti i cinque continenti, anche fare una mappa completa è praticamente impossibile perché ormai ogni locale ha sue proiezioni all’estero”.

Dal canto suo il procuratore di Cosenza Vincenzo Capomolla ai saluti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro afferma: “La ‘ndrina di Cariati esercitava la propria operatività in Germania, al punto da vessare anche i propri compaesani che avevano lì attività economiche perfettamente legali. Il gruppo operava in Germania anche con collegamenti con altri gruppi criminali, anche italiani, a conferma dell’attrattività della ‘ndrina di Cariati. In questa organizzazione c’è poi il coinvolgimento di professionisti e imprenditori “teste di legno” che hanno operato per favorire l’organizzazione con intestazione fittizia di beni».

Il questore di Catanzaro Giuseppe Linares: “Le indagini dimostrano cosa deve essere ancora cambiato sul piano della cooperazione tra i paesi europei e l’orizzonte è avere un unico diritto dell’unione. Attraverso l’appropriazione impropria di beni e servizi i si controllano i componenti dell’azienda e quindi le porzioni di territorio che minano l’ordine pubblico. Le attività economiche dimostrano che le mafie hanno bisogno di colletti bianchi, una zona grigia che riesce a reimpiegare capitali cicli d’impresa”.

Al tavolo dei relatori anche Costantino Belvedere, direttore Sisco Catanzaro; Gianluca Aurilia, dirigente squadra mobile Catanzaro; Vincenzo Nicolì, direttore Sco Roma e Marco Garofalo, vicedirettore Sco Roma.

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