“: …A me serve nu carico 488 urgente altrimenti devo vedere… devo mettere quella porcheria di ****** qui sui muri. Che c’hanno stoccato per Catanzaro nu…nu bilico…però vorrei evitare ste simbrascugli”
Di contro il rappresentante della ditta fornitrice:” eh…fai…fai…fai.. fai una figura di merda perché quel prodotto non funziona. Ma intanto se non ci sono spostamenti ….”. E, ancora, un capo cantiere : “…ma ha visto qui dove amo spicconato hai visto? Secondo lui dice non va bene perché noi al Morandi con questo materiale l’abbiamo fatto e casca tutto”.
Sono solo alcune delle intercettazioni confluite nell’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal gip del capoluogo, nei confronti di 6 soggetti indagati a vario titolo per trasferimento fraudolento di valori, auto-riciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso, in relazione, fra l’altro, ai lavori di manutenzione straordinaria del ponte “Morandi" e di un tratto della strada statale 280 “dei Due Mari”.
Intercettazioni che danno la misura dei materiali impiegati nei lavori su quello che è considerato il simbolo della città capoluogo: il ponte Morandi oggi viadotto "Bisantis". Un'unica carreggiata e 3 corsie, costruito su una sola arcata in calcestruzzo armato che collega il centro di Catanzaro con la strada dei Due Mari (viale De Filippis, galleria del Sansinato) e con la periferia nord-ovest della città (quartieri Mater Domini e Gagliano), situati sul versante opposto della valle del torrente Fiumarella.
L'attività investigativa - l'operazione è stata denominata "Brooklyn" " ha delineato - si legge nelle carte - un grave quadro indiziario, a carico degli imprenditori, i quali a causa di problemi finanziari, con la complicità del direttore dei lavori e di un ingegnere dell'Anas, impiegavano nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato".
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